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Agorà e Ipatia la grande filosofa vittima del fanatismo religioso

Agorà e Ipatia la grande filosofa vittima del fanatismo religioso

Grazie al regista Amenàbar e al suo film AGORA’ una giovane filosofa dell’antica Grecia da sempre dimenticata emerge dall’oscurità dell’oblio. Il suo ritratto cinematografico uscirà finalmente in Italia il 23 aprile, Ipazia o Hipatia di Alessandria, filosofa di scuola ellenistica, uccisa nel 415 d.C. dal fanatismo del cristianesimo trionfante, fu insegnante, matematica, astronoma e filosofa. Pare fosse anche una donna di grande fascino oltre che di grande intelligenza, a lei vengono attribuite l’invenzione dell’astrolabio e dell’idroscopio. Diresse il Museo di Alessandria, scrisse numerosi saggi matematici e filosofici ma a nulla valse: pochissimo di lei rimane nei libri di storia e di filosofia, eppure diventò contro la sua volontà una martire della libertà di pensiero. Il suo amore per la libertà di critica e di analisi della realtà e della religione contrastava con il fanatismo dei cristiani che la condannarono a morte prima in quanto donna e poi come intellettuale con una visione religiosa non collimante con la Verità assoluta delle Sacre scritture.
 
La morte che toccò a Ipazia fu feroce e tragica, lapidata, il suo corpo scarnificato e bruciato contemporaneamente alle sue opere, pare che il mandante della sua morte sia stato il vescovo Cirillo che per questo ed altri meriti fu fatto santo. Purtroppo già da allora il nascente cristianesimo si segnalava come intollerante , determinato a non permettere la sopravvivenza degli antichi culti troppo pericolosi per il loro “eccessivo” amore per i valori della vita terrena e per la Natura vista come unità preesistente e non come prodotto divino. Stranamente l’Italia sarà uno degli ultimi paesi del mondo in ordine cronologico a vedere il film, nessuna società di distribuzione si era dichiarata interessata al suo acquisto, pur trattandosi di un’opera altamente spettacolare, con grandi interpreti e soprattutto nata dal talento di Amenàbar. Si è pensato ad un’ostilità legata all’intervento occulto della Chiesa cattolica che avrebbe convinto molti distributori a rinunciare all’acquisto di Agorà, se queste voci fossero vere dobbiamo allora ringraziare la Mikado che ha compiuto il grande passo. In Italia oggi anche la scelta di un titolo da proiettare in sala può diventare una questione politica. Ricordiamo che Amenàbar è l’autore di “Mare dentro” (a suo tempo non molto gradito ai critici cinematografici vicini al Vaticano, per ovvi motivi), film delicato e struggente sui diversi aspetti del dolore e sul diritto di scelta nei confronti delle modalità della propria morte ovvero l’eutanasia argomento intoccabile in Italia se non a rischio di polemiche infinite ed esasperanti.
 
Tra gli interpreti del nuovo film la sensibile Rachel Weisz, protagonista dell’interessante "The costant gardener" e il giovane Max Minghella. Per quanto riguarda le presunte pressioni della Chiesa contro la distribuzione del film mi riferisco alla petizione organizzata sul web per raccogliere firme a favore del film.
 
Dobbiamo riconoscere che Ipatia sta diventando notevolmente famosa in questi giorni anche su Facebook: è nata una pagina intitolata "il sogno di Ipazia”, molti fan della filosofa chiedono che l’omonimo spettacolo teatrale, scritto da Massimo Vincenzi, adesso al Teatro Belli di Roma fino al 25 di questo mese, giri l’Italia per far conoscere la triste storia della filosofa che tentò inutilmente di difendere la biblioteca d’Alessandria dall’incendio appiccato anch’esso dai cristiani. Gli ultimi scienziati e filosofi vennero eliminati definitivamente con la chiusura della scuola platonica nel 529 d.C. operata dal cristianissimo imperatore Giustiniano.
 

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