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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > L’Urlo della beat-generation

L’Urlo della beat-generation

Siamo nel 1957 e il film, o meglio il docu-film, ci porta attraverso passaggi veloci con flash-back tra i banchi del tribunale dove si svolge il processo per oscenità relativo alla pubblicazione del poema visionario:” Howl and Other Poems “ del poeta beat Allen Ginsberg, letto per la prima volta nel 1955 e pubblicato l’anno successivo dalla City Lights Books di Lawrence Ferlinghetti.
 
Il poema era un violento atto d’accusa nei confronti del way of life americano in nome della libertà di amare e di esprimersi. Allen Ginsberg e una generazione di fenomeni sconvolsero la cultura e il modo di vita dell’America benpensante tra gli anni ‘50 e ’60, dando il via ad una rivoluzione culturale, sessuale e artistica senza precedenti. Ben 50 intellettuali americani si schierarono in difesa del poeta dando il via ad un benefico ed epocale dibattito sulla libertà di stampa e di espressione che culminò nell’inaspettato lieto fine dell’assoluzione da parte di un giudice illuminato. Le immagini filmiche del processo si alternano ai flash-back sulla vita di Ginsberg (interpretato da James Franco) e dei suoi amici, con l’uso di tecniche d’animazione per rendere le visioni allucinate della sua opera (la grafica è di Eric Drooker con musiche di Carter Burwell).
 
Un film complesso che presenta diverse chiavi di lettura narrativa e visiva in cui prevale sicuramente la chiave documentaristica. I due registi, Epstein e Friedman, hanno realizzato altri documentari come Paragraph 175 e Common Threads: Stories from the Quilt, sugli omosessuali nei campi di sterminio nazisti e sui malati di AIDS. Il film apre il sipario sulla leggenda della beat-generation ingiustamente rimossa nei nostri grigi giorni, ricreando in modo magico i reading poetici tipici di quegli anni e l’atmosfera di grande passione politica e umana che cambiarono per molti decenni la cultura giovanile a livello planetario. Da lì derivarono il ’68 americano ed europeo, la contestazione nelle università, il pacifismo, la lotta contro la guerra in Vietnam e la grande musica indimenticabile di quell’epoca.
 
Urlo è un film di Rob Epstein, Jeffrey Friedman del 2010, con James Franco, David Strathairn, Alan Alda, Jeff Daniels, Mary-Louise Parker, Paul Rudd, Todd Rotondi, Jon Prescott, Aaron Tveit, Jon Hamm. Prodotto in USA. Durata: 90 minuti. Distribuito in Italia da Fandango a partire dal 27.08.2010.

Commenti all'articolo

  • Di aellebì (---.---.---.54) 3 settembre 2010 17:29
    aellebi

    La nostra tragedia italiota in merito, una delle tante, che cominciano o finiscono in farsa - ’La situazione è grave, ma non è seria’ (Ennio Flaiano) quanto a un ’68 che avrebbe potuto essere e non è stato, in massima parte, dato in nostro conformismo di fondo, di solito al peggio, è stata trasformare, snaturare, una vera rivoluzione culturale, sessuale (l’arte è compresa nella cultura, quinti non la separo), quindi anche politica, libertaria, democratica, di comunitarismo utopistico, anarchica, nel senso migliore del termine, anti-clericale, anti-mercantilista, in quella riedizione della Brigata Garibaldi, stalinista, che poi diventeranno Brigate Rosse.
    Troppo conformismo marx-engels-lenin-stalin-maotestunghiano, nemico acerrimo, come le destre militariste, plutocratiche, teocratiche, di ciò che di profondo, di migliore, quell’Urlo esprimeva...
    La parte staliniana ed pure peggiore del ’68, purtroppo preponderante da noi, ha saputo fare un processo a un grande come De Gregori.
    Sarà mai possibile, da noi, un vero Urlo, alla Ginsberg e soci, che scardini davvero tutte le incrostazioni conformiste, culturalmente, sessualmente parlando, non solo delle destre, il va sans dire, e di un centro ipocrita, ma anche di un conformismo di sinistra talebana nostalgica o insulsamente ’democratica’, per non dire che non è più niente?

  • Di tiziana attili (---.---.---.210) 4 settembre 2010 10:47
    tiziana attili

    Condivido perfettamente il contenuto del tuo commento, però non so rispondere alla domanda finale, forse in Italia non potremo mai arrivare alla potenza dirompente di un Urlo ,soprattutto per quel sostanziale conservatorismo politico e culturale che ci trasciniamo dietro da secoli,però a livello individuale è possibile cercare nuove strade che forse potranno diventare collettive. Uno dei pochi coraggiosi difensori della libertà di pensiero è già stato ucciso, mi riferisco a Pasolini e non mi sembra che attualmente esista qualcuno che abbia ereditato il suo rigore. Certo la situazione attuale è così deprimente da uccidere qualsiasi ottimismo. Neanche credo alle solite frasette del tipo "dopo aver toccato il fondo non si può che risalire" anche perchè il fondo potrebbe non esserci , esistono anche le sabbie mobili. Perchè questa melma che ci sta inghiottendo è dagli anni 80 che ce la trasciniamo appresso, cioè da ben 30 anni.In ogni caso però l’unica strada per uscirne è seguire le indicazioni antideologiche, senza farsi catturare da quell’altra palude altrettanto invischiante: il qualunquismo. Lo so che è difficile. Nutro però una fragile speranza nella nausea che prima o poi ci porterà ad esplodere. Gli effetti sono imprevedibili e io vorrei avere la palla di vetro alla Orwell (altro faro da non dimenticare). Ciao, spero di risentirti o meglio di rileggerti.

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