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Agenda Onu 2030: pensare la pace

In questi giorni, è stato l’anniversario della morte del colonnello sovietico Petrov che è riuscito a salvare l’umanità dalla terza guerra mondiale e nucleare, il giorno 26 settembre del 1983, in piena guerra fredda

 
Da poco, in questi giorni, è stato l’anniversario della morte del colonnello sovietico Petrov che è riuscito a salvare l’umanità dalla terza guerra mondiale e nucleare, con un semplice gesto, il giorno 26 settembre del 1983, in piena guerra fredda. Per questa sua nobile azione, quest’uomo ha subìto il più terribile vilipendio, la persecuzione, il carcere, per l’unica colpa di aver dato una possibilità di sopravvivenza e riscatto all’umanità tutta.

Per aver salvato l’umanità.

Per aver tutelato l’esistenza di nostra madre terra dall’annientamento totale e invece riscattarla nella coscienza planetaria della cultura della terrestrità, come sostengono i partigiani e padri costituenti dell’ONU Hessel e Morin.

La cultura della terrestrità rende donne e uomini e ogni essere vivente sul pianeta strettamente collegati in spazi e tempi di fraternità e sororità con tutto l’esistente, con il divenire universale nella cosmicità dell’universo infinito. Un giorno il grande dio denaro ha inventato la guerra mondiale, dando così un putrido segnale all’istinto bestiale insito purtroppo nel genere umano: ha bruciato, distrutto, stuprato. Interi paesi e città dati alle fiamme, bombardamenti a tappeto, Dresda centinaia di migliaia di morti. E l’apice degli autoritarismi e delle dittature nazifasciste con Auschwitz e Mauthausen. E il culmine dell’odio e della violenza con Hiroshima e Nagasaki.

Dunque è necessario pensare la pace.

E necessario ripensare una pace al femminile, dove le donne siano coinvolte come portatrici di azioni nonviolente di disarmo, amore, solidarietà e attivatrici dell’alternativa e del cambiamento. Portatrici della bellezza che salverà il mondo.

Le donne che sono vittime della più terribile arma di guerra: lo stupro.

Pensare la pace, ripensare alla bellezza del cosmo, è un sentimento al femminile nella dolcezza dello sguardo della madre, della grande madre, della madre terra.

Ripensare la pace avvicinarsi al mondo femminile dove le donne sono la parte di umanità più povera di tutti i sud del mondo.

Le donne che danno la vita.

Le donne che mettono alla luce.

Le donne che procreano.

Le donne che fanno la pace.

Ripensare una pace al femminile dove madre terra, la grande procreatrice del genere umano e i cicli cosmici, le combinazioni astrali guidano il nostro agire quotidiano, il nostro percorso terreno e creano la nostra linfa vitale. L’obiettivo principale di Agenda Onu 2030 è la pace connessa alla risoluzione della povertà nel mondo. La povertà che è donna. La semplicità che è donna con il nesso della pace ricca di fecondità lunare.

La pace è cura.

La pace è dedizione.

Il femminile racchiude l’essenza, l’emblema del cambiamento, della mutazione implicita nei processi e percorsi di pace: il cammino della nonviolenza.

Pace e non violenza sono i motori del cambiamento umano. Delle grandi lotte di Mandela, di Gandhi, di Martin Luther King e delle grandi donne di pace come, tra le tante, Rosa Parks che hanno minato alla base e sovvertito la tracotanza razzista, la superbia maschilista, la supponenza patriarcale rendendosi portavoce di pace e nonviolenza tra genti, popoli e minoranze.

La donna è il principio femminile che salverà il mondo dall’estinzione planetaria globale che si sta compiendo con i dissesti climatici, l’energia nucleare, l’ingiustizia cosmica. Il femminile è l’essenza della salvezza, il volto della madre, la genesi del cosmo.

 
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