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Afghanistan: 10 anni di guerra per il controllo della droga

Afghanistan:10 anni di guerra e occupazione ... per il controllo della droga.

Correva l'anno 2001 in Afghanistan. Le forze armate inglesi e statunitensi iniziarono a bombardare il paese dietro il paravento della "lotta al terrorismo". Dieci anni sono passati e l'invasione (Usa/Uk e alleati) continua e i civili continuano a morire sotto le bombe "umanitarie" della NATO, le nazioni imperialiste continuano ad incrementare le spese militari (a scapito di quelle sociali), continuano a morire anche i militari occupanti, per la maggiore "carne da macello" mandata a morire in cambio di lauti compensi.

67000 morti sono l'attuale bilancio di questa guerra, tra cui "15mila civili (dato sottostimato), 38 mila talebani, 10 mila militari afgani, 2.600 della Nato (e 20 mila feriti e mutilati) e 1.800 contractors; negli ultimi cinque anni 730 mila sfollati, pari a una media di 400 al giorno (stime ufficiali di Onu, Nato, Crocerossa, Human Rights Watch, Unhcr). "E tutto questo per cosa? Non certo per i "diritti umani", la "lotta al terrore" con cui questa guerra e i suoi massacri sono stati giustificati. E allora per cosa? Per la droga, per il controllo mondiale della droga. Lo stesso traffico di droga che viene combattuto negli Stati Uniti D'America ("guerra alla droga" che ha costituito un gigantesco business, con repressioni e violazioni di libertà in nome di essa) guarda caso vede tra i maggiori beneficiari e propinatori gli stessi apparati dell'imperialismo americano (CIA e company) impegnati ufficialmente sull'altro fronte.

Che dire? Un vero e proprio gigantesco conflitto di interesse! E adesso un po' di storia. Negli anni ottanta notoriamente la CIA finanziò i mujaheddin (nei quali militava al tempo un giovane Osama Bin Laden) nella resistenza antisovietica con i proventi dell'eroina. Il lucroso affare continuò per tutti gli anni Novanta, durante le "faide" tra i vari Signori della Guerra e aumentò con l'avvento al potere dei talebani (in quel periodo sostenuti dagli USA). Ma nel 2000 successe un imprevisto: il Mullah Omar, desideroso di guadagnare sostegno internazionale decise che la produzione di oppio dovesse essere vietata. Ma grazie all'arrivo dei "liberatori" la produzione è tornata ai livelli di un tempo e, anzi, in pochi anni l'Afghanistan è diventato il principale produttore di eroina (con il 93 per cento della produzione mondiale). E che dire del governo-fantoccio messo in piedi dalla NATO, guidato da Karzai, fratello di un'importante trafficante, ucciso non molto tempo fa e, a quanto pare, coinvolto anch'esso (Karzai presidente) nel narcotraffico.

Tra l'altro i "narcodollari" sono serviti per il salvataggio di diverse banche colpite nel 2008 dalla crisi. Quella dell'Afghanistan non è certamente la prima "guerra per la droga" che l'Occidente combatte, basti ricordare il Kosovo, con il sostegno dato alla formazione terroristica dell'Uck (i famosi combattenti ultranazionalisti albanesi collegati con la mafia, e il network di Al Queda, diventati in seguito la classe dirigente alla guida del Kosovo "liberato" con l'eliminazione di serbi, rom, albanesi dissidenti e così via) oppure alle operazioni anticomuniste finanziate dai ricavi nel narcotraffico nel Sudest asiatico,o in America Latina (basti pensare ai "contras" in Nicaragua).

Di Salvatore Santoru


Nb: molte informazioni presenti in questo articolo sono state riprese (e in certi casi riadattate) da questo articolo di Enrico Piovesana, intitolato "Cosa si nasconde dietro la guerra in Afghanistan" pubblicato su "Peace Reporter" il 6/10/2009.

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