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Affare Gazprom: forse non tutti i mali...

C’è il fumo e anche l’arrosto. Volatili e risapute le valutazioni yankee sul personaggio B. Per la ciccia, si deve parlare di 2 gasdotti in concorrenza tra loro: quello denominato “SOUTH STREAM”, che sarà costruito e gestito da ENI e GAZPROM, quindi tra due paesi europei, e quello chiamato “NABUCCO”, che dovrebbe portare in Europa gas gestito da multinazionali americane.

La specificazione dell’irritazione americana è ridicola e pretestuosa. Infatti, parlano di una pericolosa dipendenza europea dalla Russia, la cui alternativa sarebbe una dipendenza energetica europea dagli USA. Ciò dimostra che l’America considera l’Europa una colonia. Ci ha riempito di basi militari e bombe atomiche, vuole fare scudi missilistici contro nemici inesistenti, ci coinvolge in guerre illegali e legate alle proprie strategie egemoniche, e ci vuole mettere anche sotto tutela energetica.

Anche se è probabile che B. e Putin abbiano degli interessi personali in questo affare, ciò non toglie che è una operazione legittima e si lega ad interessi economici italiani. Ogni episodio che faccia arretrare la pretesa USA di decidere il destino dell’Europa e del mondo è obiettivamente un passo avanti.

Il gasdotto Eni-Gazprom va nella giusta direzione probabilmente; se partirà velocemente, farà accantonare il progetto Nabucco, e potrà essere la prima tessera di uno scenario in cui vedremo sparire gli americani da Irak e Afghanistan, e i flussi di petrolio e gas di tutto il Medio Oriente e della Russia andare con oleodotti e gasdotti verso la Cina e l’Europa, finanziati, costruiti e gestiti da produttori e consumatori.

Se dedicassimo un po’ di tempo e di cervello a pensare al futuro, dovremmo prefigurare un futuro di pace per quell’area orientale del mondo, dalla Russia alla Cina passando per l’India, dove vive la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, dove si produce di più al mondo. Pace che consentirebbe la rapida costruzione di oleodotti e gasdotti, legando questi paesi a comuni interessi. E se è l’economia, e non la politica, che decide, questi interessi esistono e possono prevalere sulla becera dottrina militare imperialista. Comunque, se dipendesse da me, visto che gas e petrolio producono Co2, punterei in Europa alla autosufficienza energetica con le rinnovabili e potenzierei il progetto Desertec che prevede, in collaborazione con il Nord Africa, l'istallazione di centrali a specchi (progetto Rubbia), che possono inviare corrente continua in Europa attraverso cavi sottomarini.

Regaliamoci un sorriso con Vergassola: “45 milioni di americani soffrono di disturbi mentali, se no non si spiegherebbero tutte queste guerre”.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.126) 3 dicembre 2010 15:07

    In altro post ho evidenziato l’ipotesi che , oltre ad affari personali , Silvio avesse utilizzato la corsia preferenziale con Putin per ottenere contratti di fornitura del gas russo a condizioni vantaggiose per l’Italia . Siccome gli americani siano affetti da arroganza imperialista e che considerino l’Europa come una realtà di serie B , è altrettanto plausibile che siano incacchiati neri e che lo cerchino di denigrare in tutti i modi possibili . D’altra parte gli USA sono una democrazia esemplare al loro interno ed una potenza totalitarsista ,con tratti neonazisti nei confronti dell’esterno .Davanti agli interessi nazionali o puntuali di qualche gruppo economico a stelle e strisce , gli USA sono pronti a tutto e di più, alla faccia dei diritti più elementari.

    L’autosufficienza con le rinnovabili è una chimera mentre l’idea di Rubbia ,prescindendo dalla validità tecnica indiscutibile, cozza contro la situazione geopolitica del pianeta che rende l’impresa praticamente impossibile .

    paolo
  • Di paolo (---.---.---.126) 3 dicembre 2010 15:10

    il siano e il cerchino vanno letti sono e cercano . Come al soliti due cose insieme producono errori .

    paolo

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