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Accertate le cause del crollo al Liceo Darwin: fu colpa dei cavi difettosi

Le stime eseguite da un equipe del Politecnico di Torino e i numerosi controlli a cui è stata sottoposta la struttura che crollò lo scorso novembre nel liceo scientifico Charles Darwin riportano che, come prime ipotesi avevano suggerito, furono le pessime condizioni in cui versavano i cavi d’acciaio a causare la tragedia. Sembra che uno fosse sorretto solo da un chiodo, mentre un altro era stato reciso. Ad una precaria condizione della struttura si aggiunge il peso di circa 200 kg di materiale accumulato dalle varie imprese che eseguirono diversi lavori nel controsoffitto e che al momento del crollo si sono riversate nella classe sottostante uccidendo uno studente, Vito Scafidi, e ferendone un altro in modo gravissimo.

Si è parlato di tragedia inaspettata, di una fatalità, quello che rimane però sono i fatti e non il fato, fatti che riportano come una porta chiusasi con violenza a causa del forte vento di quei giorni abbia causato il crollo di un soffitto intero. E allora quanto sia stato giusto parlare della sicurezza nelle scuole non si può quantificare, ma si può riscontrare la maggiore attenzione che tutti i presidi delle scuole hanno cominciato a rivolgere allo stato delle strutture che dirigono. Un esempio riguarda un liceo di Pinerolo la cui preside, circa un mese dopo la tragedia, decise di lasciare tutti gli studenti a casa dopo aver saputo da controlli effettuati sulla struttura scolastica, che non era perfettamente agibile.

La domanda rimane sempre la stessa, ripetuta alla noia: perchè i servizi sulla sicurezza, le morti sul lavoro continuano ad affollare gli organi di informazione quando non c’è più rimedio e non prima, giusto in tempo per evitare un sacrificio del genere? Certo, le soluzioni prese in un secondo tempo eviteranno futuri incidenti, ma perchè non agire prima di doverne evitare anche solo uno?

E se il senso di responsabilità in chi gestisce una scuola con 1200 studenti si manifesta in ritardo o non si fa proprio vedere arroccandosi dietro al sempre efficace scarica barile, non è solo il sistema strutturale della scuola che va controllato. I tubi, i soffitti, i giardini, le porte antipanico, i corridoi non prendono decisioni, le subiscono. Ora manca solo un po’ di gente che decida sul serio.

Commenti all'articolo

  • Di mabo (---.---.---.170) 7 marzo 2009 11:18
     
    Già, il problema è la dignità nello svolgimento del lavoro.
    Non è più sostenibile affermare che le responsabilità del dissesto socio economico italiano siano circoscritte ad un ambito dirigenziale, ognuno di noi, giornalmente può verificare personalmente carenze, infrastrutturali, morali, giuridiche, educative e, potendolo fare, dovrebbe denunciarle prima che possano trasformarsi in tragedie. Non c’è educazione alla prevenzione ed al rispetto delle più semplici regole di comportamento.
    Nel caso specifico si potranno appurare le responsabilità dei singoli, a partire dal direttore dei lavori delle opere di ristrutturazione che forse si è limitato a presentare, a lavori ultimati, la parcella relativa al suo onorario e probabilmente non sa neanche dove si trovi la scuola di Rivoli dove si sono verificati i fatti, per continuare con l’impresa appaltatrice che non ha eseguito i lavori a regola d’arte, come prescritto nel contratto, o che per risparmiare ha utilizzato materiali più economici oppure ancora il singolo operaio che per sbrigarsi a “dimenticato” sul controsoffitto materiale di risulta che ha sovraccaricato la struttura e che, invece, si sarebbe dovuto raccogliere e conferire in discarica.
    In sintesi le responsabilità possono essere molteplici o configurarsi come concause, ma la morale di questa tragedia è una sola : Ormai il lavoro è semplicemente un mezzo per procurarsi il sostentamento o per arricchirsi è può prescindere dal valore umano che, invece, dovrebbe contenere.
    Non è giusto lamentarsi di questa situazione se in realtà siamo noi gli artefici di questo scempio perché non sappiamo farci rappresentare in modo adeguato alle necessità, facendoci circuire dal primo imbonitore che si presenta sulla piazza.
    Socrate diceva : “Io so più di voi perché so di non sapere” è un buon punto di partenza per colmare la nostra ignoranza.
    Un saluto.
    Mauro Bonaccorso
     
    Dimenticavo. Il vento esercita una forza, generalmente orizzontale, che viene calcolata nella progettazione degli edifici, quindi il suo effetto non si può considerare una fatalità.
     
  • Di katiuscia 73 (---.---.---.47) 8 marzo 2009 08:48

    So solo che per capire che in quella scuola c’era un problema è dovuto morire un innocente hanno dovuto piangere tanti occhi ,scusate la rabbia ma questo mio Dio non è giusto togliere un figlio così uccidere un ragazzo a quell’età e poi un bravo ragazzo così non è proprio giusto: Ma che Italia è questa che offre come diritto a lavoro quello di andare in fabbrica la mattina e uscirne carbonizzati,e addirittura neanche arrivare in fabbrica perchè mentre stai esercitando il diritto e sottolineo diritto allo studio ti crolla la scuola addosso. Io credo che i diritti scritti nella costituzione siano sacrosanti ma gli italiani dobbiamo avere solo doveri quelli di pagare le tasse perchè i genitori di Vito hanno pagato le tasse a scuola quella scuola chè ha segnato per sempre le loro vite e quella di Vito. La scuola rappresentava la vita che Vito stava cercando di costruirsi per diventare un avvocato, un dottore non so ma certo qualcuno che avrebbe fatto bene il suo lavoro.Invece la sua amata scuola ha rappresentato la morte di tutti i suoi proggetti, i suoi sogni. L’Italia politica si deve vergognare ogni volta che si seppellisce una persona così è una sconfitta ed è come se ci seppellisse tutti insieme ma a loro che gli frega non hanno un cuore e i loro figli sanno dove mandarli a scuola per non morire.

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