• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Home page > Tempo Libero > Cinema > A lady in Paris, ma estone

A lady in Paris, ma estone

Partiamo dal solito mistero dei titoli dei film, che però questa volta non riguarda solo l’Italia. Qualcuno sa dirmi come mai un film che si intitola Un’estone a Parigi diventa A lady in Paris praticamente in tutto il mondo? C’è qualcosa legato alla minoranza estone di Parigi che nel resto del mondo non può essere compreso? Misteri…

Polemiche a parte, il film di Ilmar Raag è ottimo, delicato, pacato, duro quando serve.

Anne è una donna estone e si trasferisce a Parigi per assistere come badante ad una sua connazionale, Frida. Naturalmente Frida è scorbutica, dura, non ne vuole sapere, la tratta malissimo. Problematiche varie poi tra le due si costruisce un rapporto intenso che sfiora quello tra madre (appena persa) e figlia (mai avuta).

ALadyInParis-jean-moreau

Come vedete la trama è ovvia e tradizionale in una situazione del genere, però la narrazione è molto ben fatta, misurata.

Molti i momenti di silenzio che lasciano spazio alla riflessione. Anne è riservata almeno quanto Frida è vulcanica ed esagitata ed il contrasto tra le due donne regge il film.

E ancora abbiamo almeno due temi. Naturalmente l’emigrazione e le difficoltà della comunità estone che si lega ad una vicenda del passato dell’anziana donna, e poi una storia d’amore, strana, insolita, ma che è ben presente e fa da piedistallo per tutta la vicenda.

Assolutamente splendida Jeanne Moreau, molto brava anche Laine Magi, capace di confrontarsi senza remore con un mostro sacro del cinema francese.

Patrick Pineau chiude il curioso triangolo attoriale e non solo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares