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A casa

Vedo un camion sgangherato procedere lentamente su di un percorso di campagna. L'erba é verde, e il terreno impervio, le grosse ruote incedono costanti sul terreno, portando oltre quel metallico bestione dall'aspetto superato. Roba di altri tempi e di altri luoghi, ma nel pieno delle sue funzioni. Il rimorchio può contenere prodotti agricoli, e può tenerne molti.

Oggi mi vedo cosi: fuori moda, probabilmente, un po' vintage, funzionale e chiaramente orientata.
 I miei passi sulla terra e un altro giro di ruote.
Cammino sotto al sole mentre cerco la cicoria nuova, che mi toccherà nettare con pazienza immergendola nell'acqua fredda più e più volte. Ma poi, alla fine, che sapore!

Un uomo in lá con gli anni mi sorride, un po' curvo nel suo corpo stanco, con l'aspetto burbero di sempre, ma solo per scherzare. Aspetterà che lo abbracci, e si illuminerà con le mie risate.
 E' lì che mi aspetta, mentre finge di essere distratto. E allora giochiamo per un po', raccontandoci aneddoti e fingendo di rimproverarci a vicenda per una cosa o per l'altra, fino a quando si fa una cert' ora e via, ognuno per se, fino al prossimo incontro.
Questo uomo ha degli orti fantastici, corsie dai colori alternati sempre ricche di verdure attraenti, carnose e vivaci. 

Nessuna serra, nessuna aggiunta: Il duro lavoro di una famiglia allargata e di pochi collaboratori nei campi.
 Arrivo e mi si spalanca lo sguardo, inizio a chiedere e a guardare, indico e mi sorprendo, come una bimbetta stupita. Mi piace quel mondo!

E in modo paziente quell'uomo, che é diventato in cosi poco tempo mio amico, accoglie il mio fiato, sorride alle mie reazioni, fa mostra di sopportare a fatica, e infine cede e mi descrive le sue attività, i prodotti che vedo, i problemi intercorsi; mi racconta dei camion che arrivano al mattino a portar via i pancali che vedo arrivare in sequenza. 
Le foglie e la terra, broccoli e verze, patate, cipolle, collane di rossi cornetti piccanti...Tutti i preziosi di questa stagione. Colori verdi e viola, colori rossi e bluastri. 

Friccica il freddo del mattino, intanto che il vento spazza via quelle poche nubi nel cielo, e un drappo di storni dispettosi disegnano nell'aria mutevoli quadri viventi. Li guardo e invito anche gli altri con me.

Mi accorgo di averli tutti coinvolti: quattro persone col viso rivolto all' in su, davanti a quel magico movimento continuo, fluido e disarmante. 

La natura mi accoglie e io l'abbraccio felice: mi sento a cosa, mi sento viva. 
Finalmente mi sento umana.

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