A Sigonella il primo Global Hawk delle forze armate USA
Da oggi volare sulla Sicilia sarà come giocare alla roulette russa. La notte del 16 settembre, nella base aeronavale di Sigonella è atterrato il primo dei 5 velivoli senza pilota UAV “Global Hawk” RQ-4B dell’US Air Force previsti nell’isola nell’ambito di un accordo top secret stipulato tra Italia e Stati Uniti nell’aprile del 2008.
Alla vigilia dell’arrivo del micidiale aereo-spia, le autorità preposte alla sicurezza dei voli avevano emesso il NOTAM (NOtice To AirMen) W3788/10 in cui si annunciava che dall’una alle ore quattro di giovedì 16 sarebbero state sospesi gli approcci strumentali e le procedure per l’avvicinamento di aerei ed elicotteri allo scalo di Catania-Fontanarossa, il terzo come volume di traffico passeggeri in Italia, distante meno di dieci chilometri in linea d’area dalla base USA di Sigonella. Una misura necessaria ad evitare che il Global Hawk potesse interferire con il traffico aereo, a riprova della pericolosità di questo nuovo sistema di guerra il cui transito nei corridoi riservati al trasporto civile è fortemente osteggiato dalle due maggiori associazioni piloti degli Stati Uniti d’America,
Il Global Hawk è un aereo con elevate capacità nel settore d’intelligence, sorveglianza e ricognizione. La sua apertura alare è di
Il prototipo giunto a Sigonella è stato assegnato al “9th Operations Group/Detachment
Il semi-segreto atterraggio del primo Global Hawk è stato duramente contestato dai rappresentanti della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella, che già nel 2006 aveva denunciato il piano di rischiaramento in Sicilia dei velivoli-spia. «Quasi tutti i mezzi di comunicazione definiscono “provvidenziale” l’arrivo delle “sentinelle dei cieli”, che con la loro presenza garantirebbero la nostra sicurezza con operazioni di soccorso in caso di calamità naturali», affermano gli attivisti No-war. «Evitiamo la facile ironia sulle motovedette donate al governo libico per “salvare molte vite umane” e poi usate per mitragliare pescherecci e/o barconi di migranti. Quel che ci preoccupa è la quasi totale assenza di voci critiche, nonostante non manchino le circostanziate denunce relative ai crescenti pericoli della militarizzazione dei nostri territori».
Secondo il periodico statunitense Defense News, Sigonella è destinata a divenire una vera e propria capitale internazionale dei Global Hawk prodotti dalla transnazionale Northrop Grumman. Oltre all’US Air Force e alla NATO, anche l’US Navy è intenzionata a installare nella base alcuni degli UAV recentemente acquistati, portando ad una ventina il numero dei velivoli che troverebbe sede fissa nella stazione aeronavale siciliana. Sempre Defense News rivela che le autorità governative statunitensi e quelle italiane si sarebbero già incontrate in vista della creazione «di corridoi negli spazi aerei italiani per i decolli e gli atterraggi dei Global Hawk». «Del tutto ignoto è l’esito di queste discussioni», commentano gli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione, «ma è forte il sospetto che gli enti civili responsabili del traffico aereo, ENAC ed ENAV, siano stati del tutto bypassati, anche se le operazioni degli UAV incideranno pericolosamente sulla sicurezza dello scalo di Catania-Fontanarossa, dove nel 2008 sono transitati oltre sei milioni di passeggeri. L’altissimo rischio rappresentato dai Global Hawk non sembra aver mai preoccupato il governo italiano. Negli Stati Uniti, invece, è tema di discussione e conflitto tra forze armate, autorità federali e statali».
Nel documento The U.S. Air Force Remotely Piloted Aircraft and Unmanned Aerial Vehicle - Strategic Vision, in cui l’aeronautica militare statunitense delinea la “visione strategica” sul futuro utilizzo dei sistemi di guerra, si ammette che «i velivoli senza pilota sono sensibili alle condizioni ambientali estreme e vulnerabili alle minacce rappresentate da armi cinetiche e non cinetiche». «Il rischio d’incidente del Predator e del Global Hawk è d’intensità maggiore di quello dei velivoli con pilota dell’US Air Force», si legge ancora, anche se, «al di sotto dei parametri stabiliti nei documenti di previsione operativa per questi sistemi». Secondo alcuni ricercatori indipendenti, il rischio d’incidente per i Global Hawk, a parità di ore di volo, sarebbe invece 100 volte superiore a quello registrato con i cacciabombardiere F-16.
L’US Air Force ha intanto ordinato lo schieramento di altri tre velivoli Global Hawk nello scalo aereo di Guam, un’isola dell’arcipelago delle Marianne (Oceano Pacifico), di proprietà degli Stati Uniti d’America. Il loro compito prioritario sarà quello di spiare Cina e Corea del Nord.
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