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25 marzo 1970 nasceva la prima radio libera d’Italia

“Sos, Sos… la popolazione del Belice è abbandonata, qui tra lo Jato e il Carboi viviamo nello sfascio, siamo dei poveri cristi… Sos, Sos… aiutateci, questa è la radio dei poveri cristi, l’unico mezzo che abbiamo per farci sentire. L’articolo 21 della Costituzione dice che tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Non ci fermeremo …” – era il messaggio trasmesso da Franco Alasia e Pino Lombardo, collaboratori di Danilo Dolci, il 25 e il 26 marzo 1970, attraverso la prima radio libera della storia d’Italia.

Dopo 26 ore l'intervento della polizia, con grande spiegamento di forze, interruppe la denuncia via etere delle difficili condizioni dei terremotati del Belice. Parte dei testi trasmessi furono pubblicati da Danilo Dolci ne "Il limone lunare Poema per la radio dei poveri cristi" (Laterza Ed. 1970).

Erano i tempi in cui Danilo Dolci scriveva sui muri “chi tace è complice”. La chiamavano “radio della nuova Resistenza”, sul modello delle radio-ombra clandestine che avevano reso possibile l’informazione tra i partigiani della seconda guerra mondiale, era un’antenna che informava dal basso, come espressione alternativa, nei confronti di uno stato assente. A oltre mezzo secolo di distanza, anche se oggi il monopolio della RAI non esiste più, anche dopo la nascita di internet, in un mondo nel quale la comunicazione è condizionata dal dominio del più forte, ascoltare democraticamente ogni voce è la base di ogni osmosi creativa tra gli esseri umani.

La radio è stata una tappa del lavoro educativo di Dolci sulla comunicazione, che si sarebbe via via perfezionata attraverso gli studi sulla maieutica. Secondo Dolci infatti trasmettere e comunicare sono due attitudini molto differenti, che esprimono due diverse culture, opposte nel concepire e gestire le relazioni. Trasmettere esclude la reciprocità nelle relazioni e avanza intenzione di subordinare e dominare. Comunicare, fondato sul dialogo e sul confronto, sviluppa dibattito, porta ad azioni condivise, accresce davvero il senso della comunità, il superamento di una contrapposizione, indirizzando il progresso sociale. Trattandosi di comportamenti che influenzano i rapporti di potere, avremmo bisogno di comprendere e strutturare tali relazioni per arrivare alla risoluzione dei conflitti. A questo fine Danilo Dolci ha proposto la maieutica reciproca: evoluzione culturale che oggi, purtroppo, è ancora una utopia se si analizzano le dinamiche che i capi di stato stabiliscono nell’illusione di arrivare alla pace.

Nell’anniversario della prima radio libera d’Italia, il 25 marzo alle 11.00, Pino Lombardo - ultimo protagonista, dopo la scomparsa di Alasia - Amico Dolci figlio di Danilo e Ottavio Navarra, incontreranno al liceo Impastato di Partinico lo scrittore e musicista Maurizio Piscopo, che nel 2024 ha pubblicato con l’editore Navarra il saggio “Ci hanno nascosto Danilo Dolci”, per un confronto con docenti e studenti sulla lezione “dolciana”.

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