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247°F, che noia in quella sauna

Poteva regalare qualche emozione in più questo 247° F che parte da un fatto di cronaca e si limita praticamente a metterlo in scena.

Levan Bakhia Beqa Jguburia non fanno altro che ipotizzare quanto può essere successo in questo dramma assurdo senza aggiungere nulla che dia un po’ di brio e renda filmica la storia.

Quattro ragazzi arrivano in un cottage sul lago per trascorrere il week end (un classico, lo so) ed approfittano anche della sauna di cui è dotato questo cottage.

Per una fatalità però rimangono bloccati dentro e cominciano a cuocersi.
Da quel momento in poi le provano (non proprio) tutte per uscirne vivi e il meno bolliti possibile.

Davvero poco da aggiungere.
La cosa migliore del film è che ci becchiamo Christina Ulloa in un (peraltro per nulla sexy) costume rosa ed ovviamente tutta sudaticcia.

Ma per quanto riguarda il film in sé siamo davvero scarsini.
Nessuna costruzione della vicenda, deboli i dialoghi, debole anche il susseguirsi dei fatti.

Se ricordate Frozen pensate che 247°F è il suo esatto opposto, sia perché lì eravamo al gelo e qui siamo al caldo, sia perché partendo dalle stesse premesse (tre ragazzi in un posto da cui non possono allontanarsi e con condizioni climatiche estreme) il risultato finale è molto molto diverso.

Per concludere vi dico solo che nella prima parte del film si usa anche il più che classico archetipo della musichetta inquietante ogni volta che ci si avvicina a quella sauna che diventerà il mostro.
(e ho detto tutto).

Questo articolo è stato pubblicato qui

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