17 marzo 1861, il Liberalismo sancisce l’Unità d’Italia
Erano sostanzialmente due i fronti che attaccavano l' "Ancien Régime" in tutta Europa già prima del 1789 e sarebbero stati tali anche nell'Ottocento ed oltre: quello "progressista" (così lo definiremmo oggi) con uomini di spicco quali Mazzini e Garibaldi, e quello liberalista la cui figura eminente è stata Camillo Benso Conte di Cavour.
Araldo del Liberalismo e della sua espansione portò alla scelta politica dell'alleanza con le forze progressiste internazionali, ovvero con l'Inghilterra e la Francia, soprattutto in funzione di una liberazione dalle forze austriache. E' stato avversario politico (forse sarebbe più esatto dire nemico) del progressismo di Mazzini e Garibaldi, ma si è anche nettamente distanziato dal dinastismo di stampo "Ancien Régime" di Vittorio Emanuele II.
Da politico e diplomatico collaudato ha però saputo sostenere indirettamente tanto gl'uni quanto gl'altri nel momento in cui essi facevano il suo gioco e l'esempio più clamoroso è proprio quello della spedizione dei "Mille" che portò alla definitiva unità d'Italia: "Non ho impedito a Garibaldi di attuare il suo progetto". Garibaldi, per parte sua, subito dopo lo sbarco a Marsala, l'11 maggio 1860, a Salemi emana un decreto con cui assume la "dittatura di Sicilia" in nome di Vittorio Emanuele II. Un ruolo militare di sostegno indiretto ebbero gl'amici internazionali di Cavour, soprattutto l'Inghilterra e - come dimostreranno accurate e recenti ricerche storiche - la Massoneria. Quest'ultime hanno avuto un ruolo fondamentale nella successiva annessione del "Mezzogiorno". L'ultima resistenza borbonica è vinta a Gaeta nel febbraio del 1861. Il 17 marzo 1861 è proclamata l' Unità d'Italia all'insegna di un nuovo ordine, non più l'Ancien Régime (che pure conserva un ruolo di rappresentanza), bensì il Liberalismo.
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