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 Home page > Attualità > Politica > 14 luglio sciopero dei blogger. Facciamo rumore o facciamo silenzio?

14 luglio sciopero dei blogger. Facciamo rumore o facciamo silenzio?

Il cuore della vicenda è il "DDL intercettazioni" che prevede l’obbligo di rettifica entro 48 ore per tutti i "siti informatici".

Nei link che seguiranno troverete tutti i dati che riguardano il decreto ed il perchè delle proteste.

Questo post serve però ad esprimere i miei dubbi. Ed i miei dubbi sono su livelli diversi.

Succede che per protestare a Gilioli viene in mente di organizzare uno sciopero dei blogger, lancia l’idea, raccoglie adesioni e la cosa cresce.

Si decide che il 14 luglio tutti i blogger aderenti faranno silenzio per farsi sentire.
Nasce così Diritto di rete, un blog dedicato alla protesta dove si fa il punto, si decidono modalità e si raccolgono adesioni.

Poi però a qualcuno vengono dei dubbi: se già i blogger non li ascolta nessuno quando parlano, cosa succedrà se fanno silenzio?

E così da una riflessione di Catepol e dalla successiva discussione nasce una forma di protesta alternativa. Perchè fare silenzio visto che con ogni probabilità nessuno se ne accorgerà? A questo punto facciamo rumore.

E nasce così 14 luglio, altro blog di protesta con l’idea di scrivere almeno 10 post a testa per quel giorno fatidico.

14-luglio
Ci troveremo così con una schiera di blog muti e con una schiera di blog logorroici... il 14 luglio sarà giornata campale per la rete.

Io cosa farò?
L’idea Catepol (la chiamo così anche se Cate si arrabbia) mi sembra più logica, più sensata, però ha il torto di essere arrivata quando l’idea Giglioli era già partita ed aveva raccolto una bella serie di adesioni.



Spaccare la rete potrebbe essere un segno negativo... ma potrebbe anche essere un segno di libertà, di differenziazione, di pluralità... ed allora va bene, eccome se va bene!

Si, ma... io cosa farò?
Ci penso ancora un momento, per ora sono intenzionato a non schierarmi con nessuna delle due forme di protesta.
E faccio un passo indietro.

Già... perchè io ho qualche dubbio proprio sulla protesta.
Non sono pienamente convinto che l’obbligo di rettifica sia un male
.
Potrebbe essere un modo per "invogliare" i blogger (e naturalmente i giornalisti) a fare attenzione prima di sparare a zero su qualcuno. Potrebbe essere un modo per tutelare nomi e persone in rete. Naturalmente questo tipo di attenzione da parte di chi scrive dovrebbe esserci "a prescindere", non dovrebbe aver bisogno di essere imposto, ma spesso non è così.

Certo, mi rendo perfettamente conto che potrebbe anche essere un modo per impaurire i piccoli blogger, per limitare la voglia del singolo di dire quello che pensa.

E mi rendo anche conto della difficoltà di applicazione di una roba del genere.
Inoltre penso che la rete sia in grado di gestirsi da sola. Che un blog sia fatto dai post e dai commenti e che nei commenti ci sia spazio per ogni rettifica da parte di chiunque.

Infatti mi barcameno nel dubbio.
Dovrei approfondire un po’ il discorso, dovrei prendermi del tempo per riflettere.

Qualcuno ha voglia di fare un passo indietro e provare a convincermi del bene o del male che c’è nel decreto Alfano?

Qui la casa originale di questo articolo.

Commenti all'articolo

  • Di Luigi Russo (---.---.---.89) 8 luglio 2009 13:41
    Luigi Russo

    Lasciando stare per un attimo se sia giusto o meno questo decreto, uno sciopero dei blog non è una forma di protesta molto valida.
    Cioè quello che voglio dire, che alla fine dei conti, il proprietario di un blog non necessariamente scrive tutti i giorni sul suo sito, quindi vuol dire che quando non scrive protesta per qualcosa? Non mi sembra che abbia molto senso sta forma di protesta.
    Aprire un sito con una raccolta firme può essere l’idea giusta, chi aderisce bene, chi non aderisce è libero di farlo.

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