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francesco latteri

francesco latteri

francesco latteri,
classe '62,
Filosofo, scrittore e saggista, è autore di "Scritti Cattolici", "Scritti su San Tommaso" e "L'ombra del pellegrino" e di numerosi saggi e pubblicazioni tra gl'altri su S. Tommaso d'Aquino, Jean Paul Sartre, Freud, Simone de Beauvoir
e di diverse traduzioni di scritti di Nietzsche, Jaspers, Hannah Arendt ed articoli di attualità socio politica ed economica,filosofia e cultura cristiana e laica
E' stato allievo di Padre Bartolomeo Sorge, Angela Ales Bello, Aniceto Molinaro ed Antonio Livi

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  • Primo articolo martedì 06 Giugno 2012
  • Moderatore da giovedì 07 Luglio 2012
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Ultimi commenti

  • Di francesco latteri (---.---.---.114) 2 settembre 2014 12:06
    francesco latteri

    Non solo concordo, ma amplifico: va studiato oltre che come maggior poeta anche come maggior letterato e soprattutto come maggior Filosofo italiano dell’Ottocento (ma validissimo anche oggi) e va inserito nei programmi di Filosofia e studiato perciò soprattutto lo Zibaldone. E’ questa mancanza di conoscenza a livello di massa che mi ha spinto a titolare "il Nietzsche italiano", perché anche a rigore cronologico bisognerebbe probabilmente parlare inversamente di Nietzsche come del "Leopardi" tedesco. Imprescindibili anche, come dallo stesso articolo, i raffronti con Kafka o Schopenauer: insomma Leopardi fu tra gl’anticipatori più potenti del Novecento e oltre... 

    P.S. grazie per il commento.
  • Di francesco latteri (---.---.---.252) 23 agosto 2014 12:08
    francesco latteri

    Hai perfettamente (e disgraziatamente) ragione; proprio questo però riporta alla centralità della tematica dell’articolo ovvero al rapporto tra Follia e potere semmai allargondo la tematica. Si pone anche - sempre elevandolo di livello - il rapporto tra inconscio individuale e di massa e follia/potere. Si pone il rapporto tra massa ed i suoi archetipi e la concrezione del telos di un popolo....

  • Di francesco latteri (---.---.---.235) 15 agosto 2014 21:15
    francesco latteri

    Caro David, la parte del tuo articolo inerente i dati economici sulla Germania è interessante ed è quella cui la stampa nazionale e non dà giustamente rilievo. Non condivido tuttavia per nulla l’impostazione del tuo articolo in quanto ignora che la Germania pur non essendo più il nostro maggior partner commerciale resta comunque uno di quelli di gran lunga più rilevanti ed un dato economico relativo alla Germania si ripercuote perciò subito sul ns Paese e sulla ns economia. E’ come se un negoziante fosse ontento del fatto che uno dei suoi maggiori clienti comincia ad andar male... E’ miopia del non vedere che questo si ripercuote sui suoi affari.

  • Di francesco latteri (---.---.---.47) 28 luglio 2014 12:40
    francesco latteri

    Cerco di rispondere esaustivamente in breve ma è difficile. E’ vero quanto su FIAT / Lancia di una volta, ma sono tempi andati e il perché correla al secondo commento: la robotizzazione è imprescindibile per le vaste scale (es la Golf) e comminata ad elevati costi di investimento per gli stabilimenti (per il modello andato VW spese 5 Mld). La produzione su scale più ridotte ad es Maserati, non solo consente ma rende preferibile una minor robotizzazione, come di recente ha dovuto verificare sulla propria pelle Renault. Le piccole serie (es. Ferrari o Rolls o Aston Martin) rinviano necessariamente ad una robotizzazione solo marginale, ma perciò stesso inadattabile a grandi numeri di produzione (è il motivo vero per cui Ferrari - 5/7000 vetture annue non può far concorrenza a Porsche, 140.000, nè viceversa: i pezzi in fibra di carbonio (è solo un es.) sono producibili solo in numeri limitatissimi e perciò possibili su Ferrari ma non su Porsche. Fare una Ferrari in 140.000 pezzi all’anno significa dover adottare tecniche produttive Porsche). Come si vede quantitavi e robotizzazioni sono direttamente correlati, per le grandi scale continueranno a lavorare i robot, per le scale più piccole la presenza umana è via via più grande, accrescendosi al diminuire della scala. Gl’operai Ferrari o Rolls (+ 30 nel 2013), non hanno nulla da temere. Neanche in futuro.

  • Di francesco latteri (---.---.---.78) 9 luglio 2014 15:15
    francesco latteri

    Come al solito ringrazio per il commento e soprattutto per averlo firmato. A essere precisi, gl’anni sarebbero circa 150 o più, i trent’anni virgolettati sono quelli espressamente citati dal sindaco di Oppido, come scritto. Il legame con la "Madonna" (e ci sarebbe assai da discutere con quale concezione sia della Madonna che di Dio e della religione) e lo psichismo mafioso, in ispecie quello delle ndrine richiederebbe interi saggi a parte; qui mi limito a sottolineare in brevis come se da un lato ci sia tanta misogenia (la "Madonna" viene fatta inchinare al boss, gesto blasfemo), dall’altra proprio la figura del boss imita in tutto e per tutto una psiche materna (deviata, ovviamente): in campania ad es. il capo camorrista è detto "Mammasantissima" e gli è dovuta cieca obbedienza e venerazione, come il bimbo alla mamma, in compenso la "mamma" gli dà protezione... Rinvio in proposito ai testi che si occupano di psichismo mafioso. La gestualità è, come ben fatto osservare da molti, riprerevole ed indubbiamente è ora di finirla, anche visti appunto gli sfasci ed i morti. Il fatto che tutto ciò ancora avvenga è purtroppo segno palese di una lapalissiana sconfitta sul piano della formazione educativo scolastica e civica, nonché su quello della formazione religiosa


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