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Pil tedesco: la Schadenfreude di un paese stressato

Alla fine, è uscito il Pil tedesco del secondo trimestre. Mostra una variazione negativa, pari allo 0,2% trimestre su trimestre, mentre la variazione su base annuale è dello 0,8% e dell’1,2%, se calcolato rettificando per i giorni lavorati. Come sempre, da un singolo dato non si possono trarre inferenze rilevantissime. Sarà l’inizio di un trend o un episodio isolato? Lo scopriremo nei prossimi mesi. Per ora è utile analizzare i dati.

I dati dicono, secondo l’agenzia statistica federale tedesca Destatis, che la flessione del Pil tedesco è imputabile soprattutto al calo degli investimenti in costruzioni ed al commercio estero netto. In dettaglio: dopo la forte crescita del settore delle costruzioni nel primo trimestre, imputata al clima eccezionalmente mite che ha consentito di accelerare l’apertura di nuovi cantieri, nel secondo trimestre è arrivata la “restituzione” di quanto “preso in prestito”. Non vi è nulla di strano né di anomalo, in ciò. Riguardo il commercio estero netto, nel secondo trimestre le importazioni sono state superiori alle esportazioni. Qui, se dovessimo e volessimo partecipare al gigantesco bar sport social-nazionale di un paese che ha ormai perso la bussola, potremmo spiegarvi che questo dato è positivo, visto che la Germania in tal modo ha esportato domanda. Ma sarebbe inutile.

Oggi è dunque il gran giorno della Schadenfreude, in cui si segnalano soprattutto i renzisti con sciarpa, fischietto e cappellino. Quelli che passano il tempo a dare di “gufi” e “sciacalli” a chi è scettico sulle gesta del loro Leader, ed oggi si trovano onanisticamente a godere per il dato “negativo” della Germania. Oltre ai renzisti, che sono notoriamente la versione hardline del grande movimento di opinione, ci sono i più moderati renziani, quelli che da questo dato tedesco auspicano che si possa arrivare ad allentare la stretta fiscale in Europa. Posizione certamente rispettabile. A ruota, ci sono tutti i commentatori “seri” o presunti tali: giornalisti, economisti, e quant’altro, moltissimi dei quali prendono il singolo dato e ci costruiscono sopra le loro tesi ornamentali. Potenza della social-chiacchiera in un paese sull’orlo di una crisi nervi.

In attesa di capire che accadrà, vi segnaliamo che nel secondo trimestre il contributo di consumi privati e spesa pubblica tedesca al Pil è stato positivo. Anche qui, se fossimo parte del bar sport italico e tendessimo a prendere un singolo dato proiettandolo nella stratosfera, giungeremmo alla conclusione che la Germania ha fatto il proprio euro-dovere, con crescita della domanda interna. Tutto ciò premesso, vi confermiamo che la situazione dell’economia dell’Eurozona resta molto grave, mentre quella del commentariato italiano resta assai poco seria. Ma queste non sono propriamente notizie.

Ah, e nel secondo trimestre l’economia olandese è rimbalzata dello 0,5% trimestrale, riprendendosi quanto perso nel primo, a causa delle condizioni climatiche che avevano abbattuto consumi (di gas naturale) ed export (di gas naturale). Chissà ora cosa si inventeranno i nostri econo-sociologi da dopolavoro. Nel frattempo, incontestabile menzione d’onore:

 
 

Foto: EPP/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di francesco latteri (---.---.---.235) 15 agosto 2014 21:15
    francesco latteri

    Caro David, la parte del tuo articolo inerente i dati economici sulla Germania è interessante ed è quella cui la stampa nazionale e non dà giustamente rilievo. Non condivido tuttavia per nulla l’impostazione del tuo articolo in quanto ignora che la Germania pur non essendo più il nostro maggior partner commerciale resta comunque uno di quelli di gran lunga più rilevanti ed un dato economico relativo alla Germania si ripercuote perciò subito sul ns Paese e sulla ns economia. E’ come se un negoziante fosse ontento del fatto che uno dei suoi maggiori clienti comincia ad andar male... E’ miopia del non vedere che questo si ripercuote sui suoi affari.

  • Di (---.---.---.49) 18 agosto 2014 13:49

    Non è un articolo di Sassoli!!

    È dell’economista Mario Seminerio, tratto dal suo blog Phastidio. E Sassoli anzi è preso ad esempio della cattiva interpretazione dei dati del PIL italiano e tedesco... Occhio!

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