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Palermo Bologna - Stato & Mafia

Si stanno toccando fili ad alta tensione è quindi necessaria un’azione forte e rapida, dobbiamo agire prima che sia troppo tardi. Non è un mio pensiero e neanche un virgolettato citato da qualcuno, è una mia percezione che nel governo e non, ci sia qualcuno che...

In questi giorni si sta svolgendo a Palermo - Bologna un’inchiesta molto temuta dai colletti bianchi con un test particolare: Massimo Ciancimino, figlio del famoso Don Vito. A parte i soliti noti nessuno ha interesse di far conoscere al popolo Italiano le vicende di quest’inchiesta, ecco quindi la necessità di uno spaccato utile a comprendere cosa si sta andando a scoperchiare e cosa il nostro Governo & C. vuole mascherare con metodi da loggia massonica (vedi P2).

Premetto che in questi giorni oltre a essere emersi i nomi del senatore Vizzini (Pdl) e dell’on. Saverio Romano (Udc) è emerso anche il nome di un giudice della Dia, infatti il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Giusto Sciacchitano (padre di Antonello Sciacchitano, ex marito di Monia Brancato) si sarebbe adoperato per “proteggere” la famiglia Brancato cercando di lasciarla fuori dall’inchiesta grazie al suo ruolo istituzionale e alle sue personali relazioni e conoscenze all’interno della Procura di Palermo.

Fermiamoci e facciamo un passo indietro,

Ricordate Gaetano Costa?

Il Procuratore Capo di Palermo all’inizio degli anni ’80, fu assassinato dalla mafia la mattina del 6 agosto 1980, mentre sfogliava dei libri su una bancarella, sita in un marciapiede di via Cavour a Palermo, a due passi da casa sua, freddato da tre colpi di pistola sparatigli alle spalle da due killer in moto. Causa di quella spietata esecuzione, il fatto che egli avesse firmato personalmente dei mandati di cattura nei confronti del boss Rosario Spatola ed alcuni dei suoi uomini che altri suoi colleghi si erano rifiutati di firmare. Il delitto venne sicuramente ordinato dal clan mafioso capeggiato da Salvatore Inzerillo.

Altro piccolo passo indietro e poi capirete,

Il 4 maggio del 1980 viene ucciso il capitano Emanuele Basile, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Monreale. In manette finiscono tanti personaggi che avevano avuto a che fare, in un modo o nell’altro, con attività di acquisizione, riciclaggio e investimento di proventi di origine illecita: imprenditori edili, funzionari di banca, ma anche boss di Cosa Nostra. Sui giornali spiccano nomi particolarmente significativi: Spatola, Inzerillo, Di Maggio, Vernengo. Ma anche quello di Joseph Miceli Crimi, il medico di Michele Sindona. Gli immancabili garantisti cominciano però a far pressione sulla magistratura sostenendo che si era agito con eccessivo zelo ma senza prove. La Procura, che dovrebbe convalidare gli arresti, entra così in crisi. Il dottor Gaetano Costa, capo dell’ufficio, dice ai sostituti di interrogare subito i detenuti per andare al dunque. Li invita ripetutamente a considerare la delicatezza della situazione, ma i magistrati nicchiano.

Due di questi "Croce e Sciacchitano – scrive Alfio Caruso nel libro “Cose di Cosa Nostra” a pagina 319 – ritengono che non esiste pericolo di inquinamento delle prove" per giustificare la permanenza degli inquisiti in galera. Ma per Costa il dado è tratto: "Dite pure che sono stato io a firmare" fa presente a un certo punto ad alta voce. I sostituti escono dalla stanza con sollievo. "E’ stato lui a firmare" tiene a far sapere uno agli avvocati dei detenuti. La frase è subito colta anche dai giornalisti in attesa. "Quando apprende che Sciacchitano ha informato i legali della difesa – precisa Caruso - Costa capisce che la sua sopravvivenza è legata a un filo".
Sciacchitano finirà sotto inchiesta al CSM, sarà prosciolto, ma subirà un pesante attacco dalla famiglia del procuratore.




Questo è solo l’inzio cari amici blogger, adesso capite perchè scotta quest’inchiesta?

E’ fondamentale sapere che le dichiarazioni di Massimo Ciancimino stanno portando a galla retroscena inquietanti riguardo le stragi del 92 e la presunta trattativa con lo Stato, sarà di questo che parlava alcuni mesi fa Berlusconi dalla Sardegna esclamando: "Sta per uscire uno scandalo che forse sarà il più grande della storia della Repubblica", per adesso è stato eliminato professionalmente Genchi, poi forse tocchera ad uno dei sostituti di Paolo Borsellino, Antonio Ingroia?

A buon intenditore poche parole.

Di seguito un articolo tratto da antimafia duemila molto interessante dove viene spiegato l’andamento dell’inchiesta.

E’ utile far girare queste informazioni ovunque, se opportuno stamparle e attaccarle sulle varie bacheche di tutt’Italia, dobbiamo fare girare le notizie come facevano i nostri partigiani.

Avanti popolo.


fatti storici e inchetste tratte da www.wikipedia.org - www.19luglio1992.com - www.antimafiaduemila.com


Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.239) 20 agosto 2009 21:49

    Carissimo Dario,
    complimenti per l’articolo.
    L’intervento mi richiama alla memoria un episodio avvenuto qualche giorno fa... a 150 m da casa mia...quando ormai Ferragosto è alle porte e la Capitale si è svuotata per il gran caldo, verso l’una di notte esco per portare il mio mastino napoletano a fare pipì, colgo l’occasione per acquistare, dalla macchinetta a gettoni, di un vicino bar (chiuso per riposo settimanale) un pacchetto di sigarette di riserva...ma che vedo io? Come un cerbiatto nelle notte, una persona da anni sotto scorta per minacce mafiose, se ne stava in una macchina bianca, posteggiata davanti al bar deserto...alcuni ragazzi (presumo suoi amici) chiacchieravano tranquillamente a pochi passi dal veicolo. Ci siamo fissati un attimo...io e l’incauto..
    mi son dett fra me e me "non è possibile, che fa in giro a quest’ora, senza protezione alcuna?"
    Dopo aver girato l’angolo, mi rivolgo al mio mastino e gli dico "ehi torniamo indietro..." ma dopo cinque minuti non c’era più la macchina, ne i ragazzi.
    Sarà stata allucinazione?
    In conclusione, il messaggio è il seguente:
    Che siano più caute le persone che vivono sotto protezione...lo Stato dovrebbe dar loro la scorta 24ore su 24...un attimo potrebbe essere fatale. Che prendano esempio da Saviano che poverino se ne sta barricato dentro casa con due carrarmati all’uscio.
    Saluti.

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