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Io e l’altro. Il ruolo dell’Arte

L’Arte, nelle sue varie espressioni, può aiutarci ad aprirci per accogliere l’altro nella sua arricchente diversità. Un progetto dell’Associazione Culturale Fonopoli unisce questa peculiare vocazione dell’arte alla promozione di artisti emergenti.

“Io e l’altro”, sottotitolo “per un dialogo interculturale attraverso l’arte”, è un catalogo multimediale molto interessante. È nato da un concorso online che ha voluto coinvolgere giovani artisti emergenti sia italiani che stranieri. “Una sorta di esperanto artistico”. Un progetto promosso dall’Associazione Culturale Fonopoli, con la supervisione artistica di Renato Zero. Disponibile presso le librerie Feltrinelli e sul sito dell’Associazione.
 
Le categorie sono Musica, Arti visive (pittura, fotografia, scultura), Letteratura, Cinema.
 
Questa esperienza è stata guidata dal tema “Ripensare il rispetto dell’altro”.
 
Varie idee, voci, suoni, immagini. Varie provenienze. Un unico messaggio. La diversità è un valore! Fonte di ricchezza per chiunque sia capace di aprirsi e accogliere l’altro.
 
Niente di più attuale nella nostra società, sempre più al plurale. E che ci chiama costantemente all’incontro.
 
L’espressione artistica ha la forza necessaria per fare da ponte tra le varie identità culturali, religiose, sessuali, etc. Per liberarci da pregiudizi e stereotipi. Per vincere l’ignoranza, che genera timori, isolandoci. Per creare dialogo. Per una conoscenza e comprensione reciproca. “Per riconoscersi nell’altro e riconoscersi altro”.
 
In effetti l’arte è la più alta forma di comunicazione. I suoi linguaggi sono capaci di penetrarci e farci superare i muri di ostilità che creiamo quotidianamente, anche in modo inconsapevole. Di attrarre nella varietà dei colori, nell’armoniosità delle forme, nell’equilibrio dei movimenti, nelle suggestività della parola.
 
È proprio la comunicazione che nasce dal riconoscimento e rispetto dell’alterità che permette di costruire la pace. Permette di essere “insieme nella diversità”. Dando a ognuno la possibilità di offrire il proprio contributo. Che è unico. Perché viene dall’irripetibilità del proprio essere. E la realizzazione di questo progetto artistico è un esempio evidente di questo tipo d’incontro. Una molteplicità di talenti, creatività ed entusiasmi che non danno solo emozioni (e sarebbe gia molto), ma vogliono provocarci. Vogliono farci uscire da quella solitudine nella quale spesso ci chiudiamo.
 
Vincenzo Incenzo, ideatore del progetto e curatore della sezione Musica, ricorda un’interessante scena da “La grande migrazione”, dello scrittore tedesco H.M. Enzensberger.
 
Nello scompartimento di un treno due passeggeri si sono sistemati comodamente, dividendosi lo spazio. La porta all’improvviso si apre ed entrano due nuovi viaggiatori. Il loro arrivo è accolto con diffidenza, c’è riluttanza a stringersi, a ridistribuire lo spazio. Anche se i primi due non si conoscono, nasce un singolare senso di solidarietà ed affrontano i nuovi arrivati come un gruppo compatto. Si assiste ad un silenzioso accanimento dei primi verso i secondi. Alla fermata successiva entrano altri due passeggeri, e lo scenario cambia ancora: quelli che solo un attimo prima erano gli estranei ora sono gli autoctoni, compatti con i primi nel rivendicare i propri privilegi.
 
Consideriamo pericoloso e negativo ciò che non conosciamo, perché è fuori dal nostro controllo. Ciò può essere superato tramite “la conoscenza e il gioco”. Elementi che fanno parte dell’arte. Così come il mistero che resta. Che affascina. E che ci chiama alla continua ricerca, sforzandoci di comprenderci sempre di più. Per avvicinarci maggiormente.
 
Intervista ad Alessandro Palmigiani, curatore della sezione Arti visive con Giusy Caroppo.
 
Com’è organizzato il catalogo?
C’è un booklet che si apre con la sezione musica e include le recensioni di Vincenzo Incenzo relative ai musicisti presenti nel cd audio allegato. Segue la sezione arti visive con le opere degli artisti e una critica dettagliata di Giusy Caroppo con cui ho curato la selezione dei lavori. La sezione poesia di Ivano Malcotti vede un testo critico e le dieci poesie implementate da immagini che ho progettato appositamente. Si chiude infine con la sezione cinema curata da Sofia Scandurra.
 
Qual stata la risposta, come stato accolto il progetto da parte degli artisti emergenti?
"Io e l'altro" è stato accolto con entusiasmo sin dall'inizio, nonostante la proliferazione dei tanti concorsi lanciati in Italia negli ultimi anni. L'intento del progetto era quello di dare visibilità ad artisti emergenti e fuori da qualsiasi circuito. Ci siamo riusciti senza gli urli e il clamore dei media.
 
Ogni edizione prevede un bando di concorso in cui è il pubblico a scegliere i vincitori. Ci sono anche artisti stranieri?
Una parte del concorso ovvero il "Premio on line" vede la partecipazione del pubblico in qualità di giuria. Chi riceve più voti vince, senza filtri né mediazioni. Per l'occasione è stato pubblicato anche un cd, distribuito separatamente dal booklet, che racchiude i 4 vincitori delle sezioni: musica, cinema, arti visive e poesia. Per rispondere alla tua domanda sulla provenienza di artisti stranieri posso dirti che uno dei quattro vincitori selezionati è Colombiano.
 
Come vedi la differenza tra la decisione popolare e quella che potrebbe essere la scelta di un addetto ai lavori?
Il pubblico vota quello che piace a primo impatto senza troppe congetture, un critico di solito ha più chiavi di lettura cercando di valutare il percorso dell'artista, la sua evoluzione e il suo pensiero. A volte le scelte sono opposte, altre volte condivise da entrambi.
 
Oggi ci sono molte trasmissioni che danno alla gente la possibilità di scegliere artisti e quanto propongono. Spesso per creare più seguito, per l'audience. C'è qualcosa di simile che ha influenzato gli ideatori di questo progetto?
Siamo stati fortunati! Non abbiamo avuto il fiato sul collo da parte di nessun direttore artistico, né produttore in cerca di audience e questo ci ha permesso di lavorare con estrema tranquillità. Le scelte, giuste o sbagliate che siano, sono state dettate dal gusto e dalla sensibilità. A tal proposito mi sembra doveroso ringraziare Maria Pia Fiacchini "deus ex macchina" di Fonopoli e Renato Zero per la libertà e l'opportunità offertaci. Mi auguro di poter lavorare sempre con questi presupposti!
 
Tu hai partecipato già ad altre edizioni di questo progetto. Quale vuol essere il filo conduttore?
Come artista ho partecipato al concorso "Forma e colore" del 2003, invece nelle vesti di autore e graphic designer ho curato il progetto "Ulisse – Oltre le colonne di Ercole" del 2008. Una frase che accompagna tutti i concorsi targati Fonopoli sin dall'inizio è "…in movimento". Movimento come sinonimo di azione, creatività, ricerca, rischio, scoperta delle proprie potenzialità e della propria consapevolezza. Dimostrare a se stessi e agli altri di essere unici.
 
Idee dell'Associazione per il futuro?
Il 2011 sarà un anno decisivo per Fonopoli. Il 30 settembre scorso, in occasione del compleanno di Renato Zero il sindaco Alemanno ha finalmente promesso un sede dove sorgerà Fonopoli, ovvero le Officine Marconi vicino Tor Vergata a Roma. Sicuramente sarà l'inizio di un nuovo percorso ricco di progetti e sorprese!

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