• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Il "Made in Italy" in estinzione

Il "Made in Italy" in estinzione

Il protezionismo è la medicina giusta?

E’ di questi giorni la notizia che l’INDESIT, la fabbrica italiana di lavastoviglie del Gruppo Merloni, chiude lo stabilimento di None (Torino), lasciando per la strada circa 600 dipendenti, che hanno energicamente manifestato per difendere il loro posto di lavoro.. L’INDESIT chiude per poter aumentare la produzione nel suo stabilimento di Radomsko in Polonia, dove la produzione stessa costa un terzo di quella italiana.

Questo è solo uno dei tanti casi che si sono verificati nel corso di questa crisi economica mondiale, che ha colpito, purtroppo, anche l’Italia.

La disoccupazione ha ripreso ad aumentare e si teme che la situazione peggiori ulteriormente.

Anche la FIAT, la nostra più grande industria, continua a collocare i suoi operai in Cassa integrazione e ha di recente annunciato la chiusura dello stabilimento di Pomigliano d’Arco (Napoli) che attualmente occupa 5000 dipendenti con un indotto di circa 10.000 persone. Anche in questo caso si tratta del trasferimento della produzione all’estero per "realizzare economie".


In un’intervista di ieri sul Corriere della Sera il Presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick, nell’affermare che la "crisi finanziaria" nel mondo è divenuta "crisi economica" e si sta trasformando velocemente in profonda "crisi occupazionale", con rischio di una grave "crisi sociale e umana", ha auspicato che l’Europa rimanga unita e che si possano evitare "politiche isolazioniste e protezioniste", che ci farebbero arretrare di molti anni.

Il pericolo però incombe e nel mondo ben 47 Stati hanno approvato misure protezioniste anche se non sempre in violazione degli accordi internazionali. Lo stesso Presidente Obama ha introdotto nel suo piano anticrisi la "buy american", una norma protezionista che impone l’uso di acciaio americano nei lavori pubblici e in tutti i progetti infrastrutturali finanziati dal denaro pubbiico. E tutto ciò in barba agli accordi internazionali sottoscritti dagli Stati Uniti con altri 152 Paesi aderenti al Wto (World Trade Organization),l’organismo che vigila sul commercio internazionale.

Anche la Francia, per fare un altro esempio, ha adottato misure a difesa dell’industria dell’auto.

Ecco perchè l’uomo della strada, quello che subisce più di ogni altro gli effetti negativi di questa crisi senza capire da dove essa viene e dove porterà, si chiede se non sia giusto e opportuno che il nostro Governo intervenga per impedire che le industrie italiane, licenziando in Italia, possano produrre all’estero. E’ mai possibile, si chiede, che la più grande industria italiana, la FIAT, nata e cresciuta grazie anche alle agevolazioni e sovvenzioni statali, possa chiudere gli stabilimenti in Italia con la massima facilità, trasferendo la produzione altrove ? E’ protezionismo da parte del Governo offrirle alternative adeguate pur di evitare una selvaggia disoccupazione? E se è protezionismo, non è meno dannoso "tornare indietro di qualche anno" piuttosto che rischiare una profonda "crisi sociale e umana" dalle conseguenze certamente disastrose ?

Sono domande ingenue e, forse, anche provocatorie di chi non è addetto ai lavori.
Ma sembrano, soprattutto, anche domande di buon senso.

Commenti all'articolo

  • Di Frattaglia (---.---.---.69) 23 marzo 2009 11:40

    Avete esultato quando è caduto il muro di berlino e l’unione sovietica. Adesso vi tenete la polonia cattolica e vaticanizzata e tutti i romeni che vi stanno sui maroni. Avete voluto la globalizzazione e dicevate terrorista a chi 10 anni fa sosteneva di fare attenzione a tanta abbondanza. Voi operai avete votato i partiti di confidustria e la lega perchè speravate in qualcosa che non sapete nemmeno voi. Vi hanno tolto tutto e vi toglieranno tutto. Speravate nella tredicesima e negli straordinari detassati e li avete votati.

    Li avete votati e ve li tenete (e perdete il posto di lavoro).

    • Di dedy32 (---.---.---.230) 23 marzo 2009 12:03

      sono pienamente daccordo con frattaglia ormai la fiat è allo sbando senza umanità ne democrazia sono dipendente nello stabilimento di pomigliano e vi dico che siamo rovinati berlusconi ci a dato il colpo di grazia in polonia vengono pagati una miseria (400euro al mese)e lavorono come gli schiavi non ce sindacato non ce nulla viva l’italia

  • Di Frattaglia (---.---.---.69) 23 marzo 2009 12:19

    Si possono fare tutte le teorie del mondo, ma la verità è semplice.

    Con l’altro papa tutti gli stati cattolici (l’italia in primis) ha dovuto fare qualcosa per la polonia (anche perchè avere dei soldini dalla banca vaticana non è cosa malgradita).

    Dovete smetterla di difendere il politico di turno. La globalizzazione voluta da loro ci uccide tutti. Non mangiamo neanche più la verdura che si produce a 10 Km da noi, ma allora chi lavora? Queste multinazionali si spostano da un paese all’altro e più gli si da corda con mercato del lavoro flessibile, contratti ad-minchiam, leggi biagi-maroni-pdl-pd-margherita-ulivo-forzaitalia-pippo-ma-anche-topolino quelle si spostano con maggior piacere.

    Esultate quando arriva una multinazionale ma poi non vi lamentate quando se ne va. Aspettate Berlusconi che vi salvi il lavoro.

    Ogni stato per se, ogni stato si mangia la propria frutta e la propria verdura, ogni stato si mangia la propria carne e ogni stato si produce la propria roba (e la vende ai propri cittadini). Niente mercato forzato... andate a chiedere alla spagna quante arance dobbiamo comprare da lei perchè lei ci compri le galline... O quanta carne dobbiamo comprare dalla Francia per vendere il nostro vino. Pensate che questa sia economia?

    Non siamo più persone, cittadini... loro parlano di mercato del lavoro e noi siamo i prodotti di questo mercato. Il bello è svenderci.

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.153) 23 marzo 2009 15:46

    I fatti sono anche questi: che per comprare la gente ti conta i peli, gioisce se va a farsi fare il pacco da Ikea e snobba il mobiliere sotto casa; compra l’auto che gli dà di più o che offre più immagine; la verdura coltivata vicino a casa non sempre è conveniente come prezzo, al pari di uova e carne o pesci.Quindi mettiamoci d’accordo: ricordiamoci che se compri Ford c’è l’officina autorizzata o il meccanico,italiano, che ti assisterà, come pure il venditore si spera sia italiano; in Polonia fu trasferita anche la Philips Italia che ,salvo errore , stava in Brianza (ricordate una trasmissione di Santoro ,credo, alcuni anni fa?) e poi non se ne parlò più. Oggi c’è poco o pochissimo lavoro, il potere di acquisto è quasi zero, la gente se può o deve o se desidera, compra il necessario e a poco prezzo, quindi spessissimo roba scadente e solo per una questione di prezzo.Discorso etico a parte, dice bene chi sostiene che questi filibustieri di industriali vanno all’estero e con i soldi nostri: ma nessuno gli fa niente. Quante fabbriche sono state smontate da operai italiani e trasferite all’estero? E magari noi gli abbiamo pagato pure i macchinari o finanziato il loro acquisto! Quanto ai ricatti del Vaticano, è possibilissimo, ma appunto non da oggi: in Polonia intorno al 1994 una persona conosciuta trasferì la propria "vecchia fabbrica" di banchi scolastici in Polonia: qui si finanziò quella nuova.Due piccioni con una fava. Fa rabbia vedere che c’è gente che svende le proprie idee e la propria professionalità a costo zero a persone straniere che poi ti faranno la concorrenza: a poco prezzo vendiamo o regaliamo il nostro sapere.

  • Di Frattaglia (---.---.---.69) 23 marzo 2009 23:29

    Certo, e perchè ai tempi dei primi supermercati (e degli ipermercati) i negozianti non si attivarono per fare qualcosa?

    Semplice, perchè il macellaio passava il tempo guardando quello che succedeva dal lattaio. Gelosie, malelingue. E non lo dico a caso. Era così..... invece di fare qualche iniziativa rionale, stavano lì a ciaciarare sull’altro. Mi dite adesso quante macellerie e latterie ci sono in giro? Non troppe...

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares