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A Taiwan la Corte costituzionale esaminerà un ricorso contro la pena di morte

Il 7 aprile Chiou Ho-shun, uno dei prigionieri rinchiusi da più tempo nei bracci della morte di Taiwan, ha compiuto 64 anni.

È in carcere da oltre 30 anni, precisamente dal 1989, quando è stato condannato alla pena capitale per i reati di omicidio e rapimento di cui si è sempre dichiarato innocente.

Ha raccontato di essere stato tenuto in isolamento, senza contatti col mondo esterno, per i primi quattro mesi di detenzione e torturato affinché facesse una “confessione”, poi ritrattata.

Chiou è stato l’unico imputato a essere condannato a morte. Gli altri 11 imputati hanno ricevuto varie pene detentive, ormai scontate, a eccezione di un prigioniero deceduto in carcere.

I prossimi giorni potrebbero essere decisivi per il futuro della pena di morte a Taiwan. Attualmente sono 37 i condannati a morte ma le esecuzioni sono ferme per un ricorso alla Corte costituzionale che sarà esaminato il 23 aprile.

 

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