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Francesco Finucci

Studente di Master in International Relations (Terrorism and Political Violence) presso l'Università di Birmingham. Ricercatore presso Terrorism and Political Violence Association (TAPVA). Interessato in terrorismo, violenza politica, conflitti e politica internazionale.

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  • Primo articolo giovedì 02 Febbraio 2010
  • Moderatore da sabato 03 Marzo 2010
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Ultimi commenti

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.107) 20 luglio 2013 20:41
    Francesco Finucci

    posso dirmi sostanzialmente d’accordo. Io mi focalizzerei però su un’altro aspetto: la questione della giustizia affonda in america in una più estesa struttura culturale. Si lega all’idea che la nazione debba essere in armi, perché solo così può difendersi, ma anche che la nazione americana abbia il ruolo di civilizzazione del mondo: fondendo questi due caratteri ne esce l’idea che per civilizzare (anche il proprio stesso territorio) si possa e si debba fare bonifica del criminale deviato che quindi può anche essere eliminato. Se potenzi questa cosa tramite l’utilizzo dei moderni media ne esce fuori uno spirito da caccia all’uomo, o anche più probabilmente di guerra religiosa estremamente pericoloso. Di fronte a questo poi le discriminazioni di religione, cultura ed etnia poi non sono che l’elemento contingente che scatena un substrato più antico e complesso. Per questo è importante parlare di pena di morte, perché appartiene ad una determinata visione del mondo, una visione eliminazionista

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.175) 15 luglio 2013 20:24
    Francesco Finucci

    Ringrazio entrambi, anche se starei attento a Babeuf, anche lui aveva una visione piuttosto violenta delle cose. Sarebbe da approfondire l’ottica di Weistermann, chissà se si riesce a rintracciare quel famoso documento inviato a Parigi.

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.191) 15 luglio 2013 00:01
    Francesco Finucci

    potrebbe interessarti - diamoci del tu - la teoria AVO. Probabilmente è quella più solida nella critica alla moneta unica :) I liberisti non hanno mai ragione, ma facciamo attenzione, che qui in italia di keynesismo spicciolo siamo morti. E facciamo anche attenzione a massacrare la Merkel, perché più di lei dietro c’è Schauble. E soprattutto ci sono molti stati che si nascondono dietro la germania per farsi i fatti propri, dalla Finlandia, alla Svezia all’Olanda (che si è guadagnata con Dijsselbloem un presidente dell’Eurogruppo). Rimaniamo in contatto ;)

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.3) 14 luglio 2013 19:37
    Francesco Finucci

    1) sul rischio monetario penso anch’io possa stabilizzarsi, il problema è capire quanto saranno i costi iniziali. Si può pure fare, non è detto che non sia possibile. Il punto è che poi ci si prende la responsabilità di eventuali oscillazioni, che potrebbero essere violente. Sicuramente si stabilizzerà, ma nel frattempo potrebbe aver provocato una perdita, la prima cosa che mi viene in mente sono gli IDE, perché potrebbe spingere gli investitori ad andare altrove (almeno sul breve periodo), visto che sai quanti soldi mandi e non sai quanti ne tornano indietro. Riguardo l’effetto sulle imprese, sicuramente migliorerebbe gli introiti delle esportatrici, ma avremmo anche la perdita in quanto a uscita dall’area monetaria unica (in termini di libertà di scambio delle merci e dei servizi).

    2) su Bagnai me lo segno, anche se di studi ce ne sono stati parecchi, sicuramente non sarà l’unico.

    3) La svalutazione ci mette al riparo dall’avere una moneta troppo forte per l’economia, e sicuramente ci avvantaggia nel contesto europeo. Quello che contesto è che non è una soluzione, o comunque vede poco lontano. Sicuramente ci tutela - e questo è fondamentale - dal competere abbassando il costo della manodopera, ma non si compete di sola moneta. Questo vale anche per la Germania: neanche lei compete di sola moneta. Anche su questo, ma anche sul fatto che spende molto in R&S, e questo fa la differenza. Se prendi l’alta tecnologia, ci sono due esempi chiave: Apple e Sony. Il giappone fa una pratica monetaria aggressiva, gli Usa no, e anzi hanno una delle monete più forti del mondo. Eppure tutte e due sono fortissime sul mercato, e anzi la Sony sta perdendo pezzi come tutto il mercato giapponese perché viene scalzata dalla Samsung e le coreane.

    4) L’unione monetaria avvantaggia chi aveva monete più forti (franco, marco tedesco) a svantaggio delle economie più deboli (sud e est europeo). Su questo possiamo essere d’accordo. Non so se ci boicotterebbero, ma di sicuro in qualche modo ce la farebbero pagare. E se devo subire la vendetta di un altro paese vorrei subirla perché ho cacciato il Mossad dal mio suolo sovrano, oppure perché ho stralciato il trattato di Velsen, non perché ho un’economia debole e una moneta forte, e quindi ho l’idea di uscire dalla moneta, invece di rafforzare l’economia.

    5) L’economia è una scienza empirica. In realtà ho idea che a parte gli studi più propriamente statistici, la maggior parte dei soggetti economici agisce e poi spera, più che fare altro. Le mie competenze sono quelle di chi ha studiato per 6-7 esami di economia, quindi cerco di interpretare la realtà in base a quello che ne ho ricavato. In maniera CRITICA.

    6) I trattati si possono anche denunciare e mandarli a quel paese. Neanche io sono per la Legge contro l’Etica, ma per un buon motivo. E’ inutile fuggire di prigione buttandosi dal 5° piano.

    7) qui penso di aver già risposto sopra.

    Facendo un sunto, quello che volevo spiegare è che al di là delle questioni sollevate, si può fare tutto. Si può uscire dall’euro e tornare ad una moneta nazionale, magari puntendo a convergenze con paesi sfruttando le nostre eccellenze per utilizzarle come tiranti per superare la crisi, si può elaborare una moneta semi europea, magari in relazione al sud europeo (portogallo, spagna, italia, grecia). Si può pensare ad infinite soluzioni, specie ora che la tensione europea si è un po’ calmata e abbiamo un po’ di margine per gestire la questione. Quello che però secondo me sarà fondamentale, è evitare, per massacrare i liberisti (monetaristi), fare lo stesso errore: siccome la moneta è il problema, la moneta è la soluzione. Facendo sostanzialmente come Krugman, cioè un neokeynesismo spettacolare e monetarista. Non penso come si fa solitamente che alla fine il "lavoro" sia una semplice variabile per rimettere apposto l’assetto monetario, ma neanche che agire sulla moneta sia la soluzione per rimetterci a posto l’economia reale.
    Se in Italia c’è un gran casino, è perché abbiamo imprenditori che fanno i politici, politici che gestiscono l’informazione, giornalisti che vanno in politica, politici che facevano i magistrati, magistrati che diventano imprenditori e poi... boh, non si sa neanche più come fargli la biografia. Il problema è che abbiamo un capitalismo allegro che non concepisce il rischio d’impresa, sindacati che sono un aborto del diritto del lavoratore. Ci manca l’etica del lavoro. Ci mancano troppe cose per pensare alla moneta, o no?

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.194) 12 luglio 2013 18:27
    Francesco Finucci

    Il punto è che l’autorità non può esercitare violenza. Dovrebbe agire in modo da contrastare quella dei criminali, ma siccome abbiamo forze dell’ordine scarsamente selezionate, allora ci finisce un po’ di tutto. E se a gente scarsamente selezionata dai la sicurezza dell’impunità, i problemi prima o poi arrivano, e il numero dei morti di Stato qui sta diventando eccessivo. Detto che è un lavoro difficile, poche persone sono capaci di farlo bene. Sennò andrebbero cacciate. Lavori per lo Stato, quindi devi rappresentarlo adeguatamente, c’è anche un preciso articolo della costituzione che lo spiega.


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