Non so se l’ho convinto. So che sta riflettendo
e attendo una risposta. Il fatto è che amministrare Napoli vuol dire anche
rappresentare una città molto antica, dalla storia lunga, complessa, ricca di una
cultura millenaria e di tradizioni che affondano le radici nella civiltà greca
e romana. Una città capitale d’un Regno che dalla metà del Seicento ai primi
dell’Ottocento fu tappa obbligata del «Grand Tour», il viaggio di formazione dei
giovani delle famiglie nobili dell’Europa.
A Napoli da più di 500 anni il
sindaco è anche Presidente della Deputazione della Real Capella di San Gennaro,
un organismo laico che
risale al tempo in cui i «sedili» del popoli e quelli dei patrizi governavano
la città. La Deputazione ha la responsabilità di promuovere il culto di San
Gennaro e di custodirne le reliquie, la teca in cui si conserva il suo sangue e
il tesoro di valore inestimabile costituito dai doni offerti al Santo, che ancora
oggi è proprietà di tutti i cittadini di Napoli.
Il gesto del Sindaco, quindi va inserito in questo
contesto. Maurizio Valenzi, comunista si felicitava con il cardinale, ma non
baciava le teca, Bassolino, comunista anch’egli, la baciava. Chi sbagliava? Non
so. Ma non giudicherei un sindaco da questa scelta.