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Diciamolo in italiano

Di zop (---.---.---.219) 20 settembre 2017 14:57

Ciao, il titolo allarmistico del giornale a cui fai riferimento in realtà riguarda un dato che si evince dai dizionari Zingarelli e Devoto Oli riferito ai neologismi: il dato è riconosciuto anche da studiosi negazionisti come Giuseppe Antonelli: dal 2000 quasi una nuova parola su due è in inglese. Sullo sterminio delle lingue per l’espansione dell’inglese ti segnalo se vuoi un libro: Claude Hagège, Morte e rinascita delle lingue. Diversità linguistica come patrimonio dell’umanità, Feltrinelli, Milano 2002.

Ma il punto è un altro, venendo all’italiano: sono d’accordo con te che il problema è nel travaso dell’inglese nella nostra lingua che è rappresentato spesso da pesudoanglicismi, anglicismi decurtati, anglicismi con significati parziali ecc... che dipendono dagli italiani. Purtroppo non dipendono più come un tempo dal privilegiare la "lingua dell’ok" dal basso, ma ormai sono sempre più imposti dall’alto, dal linguaggio dei mezzi di informazione, della politica, e dalle espansioni delle multinazionali che hanno imposto per es. nel mondo del lavoro un itanglese sempre meno comprensibile ai non addetti. In particolare il libro è uno studio basato sui numeri, sulle ricerche delle frequenze che si possono controllare su Ngram, e sugli archivi digitali dei giornali. Si dimostra, misura e quantifica l’aumento degli anglicismi per numero, per frequenza, per penetrazione nel linguaggio comune. Numeri alla mano si smontano molte argomentazioni dei negazionisti... però va letto perché altrimenti si ripetono luoghi comuni che non gli appartengono... se vuoi, qualche numero è riportato anche su un blog: https://diciamoloinitaliano.wordpre..., insieme alle interpretazioni che, queste sì, si possono o meno condividere. Ci tengo a precisare che il mio studio non è il solito allarme "becero" come tanti ne sono stati lanciati in passato e anche oggi, è una pubblicazione seria che presenta dati inediti e basati sullo studio del fenomeno degli ultimi 30 anni. Si può dissentire dalle interpretazioni ma non dai numeri. Nessun purismo, nessuna chiusura all’evoluzione della lingua, anzi. Un saluto. Antonio Zoppetti


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