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Manchester e il circolo vizioso della violenza e della vendetta

Di pv21 (---.---.---.186) 24 maggio 2017 18:34

NON detto >

Una struttura per grandi raduni (arena, palazzetto, stadio, ..) presenta più momenti distinti funzionali ad un progetto di attentato. SI PUO’ infatti colpire non soltanto durante l’evento in corso, ma anche all’ingresso e/o all’uscita dei partecipanti.


A Manchester l’attentatore kamikaze, dotato del suo micidiale marchingegno, è potuto accedere all’interno del foyer dell’Arena mescolato a parenti e amici venuti ad aspettare l’uscita dei tanti piccoli spettatori. Lì non era in atto alcun reale sistema di controllo. Tant’è che il Sindaco di Manchester ha dovuto ammettere che c’era stata una “falla”.

In compenso la premier T MAY ha subito innalzato il livello di allarme (risorse, mezzi e truppe) come se da ora in poi fosse incombente il rischio di nuovi attentati. Magari con un “occhio di riguardo” alla tornata elettorale del prossimo 8 giugno.


In sintesi.

I media abbondano di notizie riguardanti da un lato le povere vittime e le tante manifestazioni di solidarietà e dall’altro i raid, le perquisizioni, gli arresti e le indagini rivolte a stanare eventuali complici.

NESSUNO sembra però porre attenzione alla suddetta carenza del sistema di prevenzione e alla “facilità” con cui è stato perpetrato l’attentato. Dato di fatto è che il kamikaze non ha certo dato prova di particolare inventiva e di spiccata capacità organizzativa.


D’altronde è un risvolto che non alimenta la partecipazione emotiva del pubblico e che potrebbe scalfire la fiducia dei cittadini verso gli organi preposti alla sicurezza.

In ogni caso è sempre meglio “setacciare” il valore di Riflessi e Riflessioni calibrate per scopi …


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