NON detto >
Una
struttura per grandi raduni (arena, palazzetto, stadio, ..) presenta più momenti
distinti funzionali ad un progetto di attentato. SI PUO’ infatti colpire non soltanto
durante l’evento in corso, ma anche all’ingresso e/o all’uscita dei
partecipanti.
A Manchester l’attentatore kamikaze, dotato del suo micidiale
marchingegno, è potuto accedere all’interno del foyer dell’Arena mescolato a
parenti e amici venuti ad aspettare l’uscita dei tanti piccoli spettatori. Lì non
era in atto alcun reale sistema di controllo. Tant’è che il Sindaco di
Manchester ha dovuto ammettere che c’era stata una “falla”.
In compenso la
premier T MAY ha subito innalzato il livello di allarme (risorse, mezzi e
truppe) come se da ora in poi fosse incombente il rischio di nuovi attentati. Magari
con un “occhio di riguardo” alla tornata elettorale del prossimo 8 giugno.
In sintesi.
I media abbondano di notizie riguardanti da un lato le povere vittime e le tante
manifestazioni di solidarietà e dall’altro i raid, le perquisizioni, gli
arresti e le indagini rivolte a stanare eventuali complici.
NESSUNO sembra però
porre attenzione alla suddetta carenza del sistema di prevenzione e alla “facilità”
con cui è stato perpetrato l’attentato. Dato di fatto è che il kamikaze non ha
certo dato prova di particolare inventiva e di spiccata capacità organizzativa.
D’altronde è un risvolto che non alimenta la partecipazione emotiva del
pubblico e che potrebbe scalfire la fiducia dei cittadini verso gli organi
preposti alla sicurezza.
In ogni caso è sempre meglio “setacciare” il valore di
Riflessi e Riflessioni calibrate per scopi …