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Quale futuro per l’Eritrea nel dopo Afewerki?

Di Piero Canzoniero (---.---.---.77) 26 aprile 2012 00:44

l’intento dell’articolo non è quello di sollevare questioni circa le responsabilità politiche del passato da parte dei Paesi occidentali bensì quello di non distogliere lo sguardo dall’evolversi della situazione attuale.

Le ultime notizie - sempre avvalendosi del condizionale data la difficoltà di constatazioni dirette - indicherebbero un trasferimento di Isaias Afewerki in Qatar per un tentativo di intervento, forse per un tumore al fegato.

Al di là delle condizioni cliniche, quello che si profila è un cambiamento importante sia sotto il profilo internazionale che (ovviamente) per il popolo eritreo. Se negli ultimi decenni sono stati abbandonati a se stessi in quanto luoghi non sfruttabili da un punto di vista economico nè significativi per la risoluzione dei conflitti ideologici internazionali (tipo le guerre per la democrazia), ciò non vuol dire che la comunità internazionale possa perpetrare o giustificare l’inazione o un atteggiamento passivo in circostanze così drammatiche. La possibilità di dare visibilità mediatica a questa situazione critica può anche aiutarci a misurare la credibilità delle diplomazie e delle istituzioni democratiche occidentali (Italia compresa dato il coinvolgimento storico nella questione). Oltre a valutare l’umanità delle comunità al tempo presente... l’ultima polaroid ci ritrae pagando Gheddafi e affondando i barconi.


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