Il prof. Franco Battaglia tempo fa scrisse:
I rifiuti? Solo in Italia sono un problema!
Quello dei rifiuti che produciamo continuamente con le nostre attività
impongono il dovere di occuparcene ma dalla lettura della stampa locale
sul convegno di sabato 22 novembre a Udine a cura dell’assessorato
regionale all’ambiente si sono avute risposte sempre proiettate sulle
nuove tecnologie futuribili e non su quelle collaudate ed utilizzate su
larga scala in Europa.
Invito i lettori a leggere quanto scrisse il Professore Franco
Battaglia, docente di Chimica Ambientale all’Università di Modena e
Reggio Emilia, su "il Giornale" del 9.1.2008 pagg.1 e 4 e del 13.1.2008
pag.38:
"Dovete
sapere che il modo più rapido, più economico e più rispettoso
dell’ambiente di smaltire i Rsu è l’incenerimento, possibilmente
accoppiato alla produzione d’energia. Il modo più bischero è quello
della raccolta differenziata; bischerrima all’ennesima potenza, poi, è
la cosiddetta raccolta porta-a-porta, che altro non è che la raccolta
differenziata spinta fino all’esasperazione."
Per continuare poi:
"I 4
inceneritori nel Lazio inquinano meno di 5 automobili, e s’inala più
diossina a starsene pochi minuti vicino ad un barbecue o a fumarsi una
sigaretta. (Vorrei poter spiegare anche che la diossina a piccole dosi
fa bene: magari un’altra volta). Francoforte, Zurigo, Vienna, Londra e
Parigi hanno, in piena città, inceneritori da 1500 tonnellate al giorno
di capacità. Perché loro sì e Napoli no? In Europa, un terzo dei rifiuti
viene bruciato e utilizzato per la produzione di energia; in Italia
meno del 10%. Perché loro sì e noi no? In Europa un terzo dell’energia
elettrica è prodotta da fonte nucleare. Perché loro sì e noi no?"
Per finire poi col dire:
"Come
scrissi, il limite sensato della raccolta differenziata è quello di
mercato del prodotto di riciclo. Produrre carta riciclata, ad esempio, è
già di per sé un processo altamente inquinante (si pensi ai processi di
disinchiostrazione e di smaltimento dei relativi fanghi); ma diventa
economicamente disastroso se poi chi la produce è costretto a bruciarne
le eccedenze o a esportarla gratis o addirittura pagando (come accadde
qualche anno fa in Germania coi Verdi al governo).
Tanto chi veramente paga sono i contribuenti.
In Italia, oltre la metà della plastica riciclata va a finire
nell’inceneritore, per cui un comportamento ecologicamente virtuoso non è
curarsi di differenziarla (come religiosamente fa mia moglie) ma
rifiutarsi di farlo (come faccio io)."
Questi concetti volevo trasmettre ai convenuti di sabato dove, avendo
presentato il modulo di richiesta intervento in qualità di responsabile
di Energia e Ambiente del Nuovo PSI - FVG ne sono stato impedito perchè
altri dovevano far passare il messaggio della raccolta differenziata
spinta e dei "dissociatori molecolari".
Un convegno da "dissociati".
Trieste comunque è in linea con il pensiero del Prof. Battaglia; deve
fare solo attenzione a non lasciarsi "infinocchiare" dalla "bischerrima"
raccolta differenziata.