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Manifestazione a Roma contro discariche ed inceneritori

Di Renzo Riva (---.---.---.79) 4 novembre 2011 23:07
Renzo Riva

Il prof. Franco Battaglia tempo fa scrisse:

I rifiuti? Solo in Italia sono un problema!

Quello dei rifiuti che produciamo continuamente con le nostre attività impongono il dovere di occuparcene ma dalla lettura della stampa locale sul convegno di sabato 22 novembre a Udine a cura dell’assessorato regionale all’ambiente si sono avute risposte sempre proiettate sulle nuove tecnologie futuribili e non su quelle collaudate ed utilizzate su larga scala in Europa.
Invito i lettori a leggere quanto scrisse il Professore Franco Battaglia, docente di Chimica Ambientale all’Università di Modena e Reggio Emilia, su "il Giornale" del 9.1.2008 pagg.1 e 4 e del 13.1.2008 pag.38:
"Dovete sapere che il modo più rapido, più economico e più rispettoso dell’ambiente di smaltire i Rsu è l’incenerimento, possibilmente accoppiato alla produzione d’energia. Il modo più bischero è quello della raccolta differenziata; bischerrima all’ennesima potenza, poi, è la cosiddetta raccolta porta-a-porta, che altro non è che la raccolta differenziata spinta fino all’esasperazione."
Per continuare poi:
"I 4 inceneritori nel Lazio inquinano meno di 5 automobili, e s’inala più diossina a starsene pochi minuti vicino ad un barbecue o a fumarsi una sigaretta. (Vorrei poter spiegare anche che la diossina a piccole dosi fa bene: magari un’altra volta). Francoforte, Zurigo, Vienna, Londra e Parigi hanno, in piena città, inceneritori da 1500 tonnellate al giorno di capacità. Perché loro sì e Napoli no? In Europa, un terzo dei rifiuti viene bruciato e utilizzato per la produzione di energia; in Italia meno del 10%. Perché loro sì e noi no? In Europa un terzo dell’energia elettrica è prodotta da fonte nucleare. Perché loro sì e noi no?"
Per finire poi col dire:
"Come scrissi, il limite sensato della raccolta differenziata è quello di mercato del prodotto di riciclo. Produrre carta riciclata, ad esempio, è già di per sé un processo altamente inquinante (si pensi ai processi di disinchiostrazione e di smaltimento dei relativi fanghi); ma diventa economicamente disastroso se poi chi la produce è costretto a bruciarne le eccedenze o a esportarla gratis o addirittura pagando (come accadde qualche anno fa in Germania coi Verdi al governo).

Tanto chi veramente paga sono i contribuenti.

In Italia, oltre la metà della plastica riciclata va a finire nell’inceneritore, per cui un comportamento ecologicamente virtuoso non è curarsi di differenziarla (come religiosamente fa mia moglie) ma rifiutarsi di farlo (come faccio io)."

Questi concetti volevo trasmettre ai convenuti di sabato dove, avendo presentato il modulo di richiesta intervento in qualità di responsabile di Energia e Ambiente del Nuovo PSI - FVG ne sono stato impedito perchè altri dovevano far passare il messaggio della raccolta differenziata spinta e dei "dissociatori molecolari".
Un convegno da "dissociati".
Trieste comunque è in linea con il pensiero del Prof. Battaglia; deve fare solo attenzione a non lasciarsi "infinocchiare" dalla "bischerrima" raccolta differenziata.


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