E’ evidente che, a conti fatti, i radicali non sono stati decisivi. Ma questo lo possiamo dire ora. Prima, mentre si conteggiava, la situazione era più incerta. La domanda è: Perchè sono entrati per votare ’no’? Il loro ’no’ non avrebbe prodotto nulla, ma la loro presenza, quella sì che poteva avere conseguenze. Una in particolare, salvare il governo qualora la maggioranza non avesse raggiunto il numero legale. Non sono serviti a nulla, è vero, ma il sospetto che lo abbiano fatto per soccorrere il governo (o il loro vitalizio) è più che fondato. E che loro seguano una loro prassi, una loro linea politica o cose del genere, non importa. Il paese affonda, e qualsiasi occasione per far cadere il governo va colta, al netto delle proprie usanze politiche. Se ognuno si mettesse a salvarlo per onorare le proprie tradizioni secolari, i propri valori, le proprie battaglie personali, campa cavallo che Berlusconi resiste fino al 2013. Sia chiaro, il Suo discorso non fa una grinza, ma non tiene conto della situazione attuale, e dell’urgenza con la quale bisogna affrontarla. Non c’è più nulla di politico nel’amministrazione di un paese se un deputato non va a votare l’art. 1 del Rendiconto dello Stato perchè "la mamma sta male". Neanche a scuola vanno più bene queste scuse, figurarsi per amministrare un paese. I radicali comunque hanno commesso un passo non solo falso, ma anche inutile. E per questo sono due volte colpevoli.