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Genova 2001-Genova 2011. I media ignorano il forum internazionale del movimento

Di Marco Barone (---.---.---.49) 21 luglio 2011 02:16
Marco Barone

Non si parla dei trecento eventi organizzati a Genova.

Ancora una volta l’attenzione cade sul come verrà "garantito" l’ordine pubblico.
Violenza? Non violenza?
Scontri? Non scontri?
Infiltrati? Non infiltrati?
Il comitato promotore ha espresso il no alla violenza: «ciascuno sarà responsabile per quanto rappresenta e collettivamente». 
Mettere la mani avanti, perchè?
Dal lato forze dell’ordine emerge che non sono state ancora fornite le cifre degli uomini che giungeranno a rinforzo della polizia genovese. Il questore ha reso noto soltanto di avere chiesto e ottenuto dai sindacati di polizia l’orario in deroga per poter usufruire di un centinaio di unità in più nei giorni che vanno dal 20 luglio, al 24 luglio.
Silp per la Cgil, Siap e Ugl in una nota, affermano di non voler fare "da stampella ad un’amministrazione confusa e approssimativa". L’assessore alla sicurezza del Comune di Genova Scidone sostiene: "Non fate ferire la città per tematiche che riguardano altre problematiche. Isolate coloro che vogliono usare le commemorazioni del G8 come pretesto di scontro"
In più si è realizzata una «disfunzione» comunicativa... quando gli uffici del Comune hanno reso nota per errore la mappa dei posti di blocco per il G8
 Il Coisp, una delle sigle sindacali della polizia di stato, chiede le dimissione del sindaco Marta Vincenzi.
“Dopo aver espresso parole poco confortanti all’indirizzo delle forze dell’ordine nei giorni scorsi, il Sindaco di Genova ed i suoi collaboratori ora svelano il piano “segreto” dell’istituzioni di posti di controllo per evitare che durante il decennale del G8, vi siano infiltrazioni da parte di frange violente ed estremiste, potenzialmente mettendo in serio pericolo l’incolumità delle Forze dell’ordine e, cosa ancora più grave, dei cittadini stessi”.

A tutto ciò si aggiunge anche la questione Val di Susa.
C’è chi propone di concludere Genova 2011, il 24 luglio, in Valle, c’è chi per ragioni varie e logistiche e politiche sostiene il contrario.
Genova, Val di Susa.
Pur lontane geograficamente, vicine in realtà per le azioni repressive attuate dalle forze militarizzate dell’ordine dello Stato italiano.
Intanto a Berlino si sono registrati incidenti con la polizia, in una manifestazione per ricordare l’omicidio di Carlo.
Gli elementi, per fomentare le polemiche,ma anche le tensioni, ci sono tutti.
E la stampa non aspettava altro.
Gli eventi culturali, le discussioni anche di carattere internazionale, le proposte di altra società possono anche non essere citate.
Non fanno notizia.
"Sono stato circondato da 5 poliziotti una delle cose che mi ricordo e’ che urlavo "sono un giornalista", ma un poliziotto mostrandomi il manganello mi disse "tu sei un blackblock e noi ammezzeremo i blackblock, me lo disse in inglese. Presero a picchiarmi in ogni parte del corpo, rimasi in piedi, poi sono stato caricato da poliziotti con gli scudi. Tutto e’ durato due tre minuti". "Provai acorrere per scappare, ma non c’era modo di fuggire. Quando sono stato spinto verso il muro mi manganellarono le ginocchia e sono crollato. A quel punto ho notato quanti erano i poliziotti sulla strada, sembravano duecento e temevo per la mia vita"."èarrivato un altro poliziotto che mi ha raggiunto ed è iniziato il terzo attacco. Non mi ricordo quanti colpi ho subito, ma mi hanno dato dei calci nei denti e colpi dietro la testa. A quel punto persi conoscenza".

Era genova 2001.
A rileggere queste parole si provano immensi brividi.
Sono le dichiarazioni di Mark Covell picchiato brutalmente dalle forze dell’ordine.
Dopo dieci anni, la Giunta comunale di Genova, ha approvato la delibera che conferisce al giornalista inglese Mark Covell la citadinanza onoraria della città di Genova.
Mark Covell, in qualità di inviato di Indimedia Uk era presente al G8 di Genova.
La sera del 21 luglio 2001,rimase coinvolto nell’irruzione delle forze dell’ordine alla scuola Diaz e subi’ gravi danni personali .
Invece Carlo è stato ucciso.
Nessuna cittadinanza invece potrà essere consegnata a Carlo.

Rabbia.
Dolore.
Libertà.

Però Carlo è vivo.
E’ con noi.
E lo sarà sempre.
Nessuna celebrazione.
Solo profonda ribellione
http://baronemarco.blogspot.com/

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