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Giudici del riesame: “Il sindaco-senatore di Afragola Nespoli è un soggetto di notevole spessore criminale“

Di Vincenzo Fatigati (---.---.---.247) 14 aprile 2011 20:53
Vincenzo Fatigati

Grazie del tuo commento, concordo con la tua lettura: nonostante ci sia degrado e malaffare tuttavia non superiamo il livello di sopportazione che permette un azione davvero "rivoluzionaria". Ma appunto i questa era la mia celata provocazione, per questo ho citato l’articolo di Behan: bisogna assumere una posizione vagamente "marxista" , cioè di classe . Questo intendevo dire per "azione dal basso" e "rompere con questo sistema politico" : per poter ottenere un azione rivoluzionaria dobbiamo prima acquisire la coscienza di appartenere alla "classe di emarginati/sfruttati"( cosa che oggi non c’è). cioè non riconoscendoci in questo ordine politico vogliamo hegelianamente essere (in quanto esclusi e emarginati) il soggetto rivoluzionario ("momento negativo") che cambia lo status quo attuale inserendosi nell’ordine storico (momento positivo). Insomma è sbagliata la lettura dell’opposizione che cerca di moralizzare l’antagonista politico senza spiegare e svelare il sistema che ha prodotto la corruzione di quel politico.
Quindi non dobbiamo affermare( secondo una posizione vagamente socialdemocratica di compromesso) "noi, in quanto cittadini ci riconosciamo come elettori di centrosinistra per sconfiggere politicamente l’avversario -politico di destra" . No, perché nel momento in cui tu dividi istituzioni dalla politica quando sali al potere(per mantenere lo stesso potere) devi necessariamente scendere al compromesso con determinati poteri che ti hanno appoggiato( anche in america funziona così con le lobby). No.
E "Azione dal basso" non significa accettare il banale populismo e l’antipolitica che va oggi di moda ma al contrario significa riconoscersi come un soggetto emarginato che in quanto tale vuole essere un soggetto che rivoluzioni l’ordinamento politico attuale di destra e sinistra. 
Per questo hai ragione , cogliendo il punto, perché paradossalmente anche a causa del benessere non riusciamo a diventare la fase negativa , il soggetto rivoluzionario. Ma accettiamo il compromesso credendo (o illudendoci) che sia possibile cambiare questa realtà entrando a far parte (da esclusi) di una classe. Dobbiamo invece prendere le distanze dall’ordinamento politico attuale . Dobbiamo appunto acquisire la coscienza di esclusi e emarginati dal sistema e cambiarlo dall’esterno. Così si può rivoluzionare.
Quindi, per dirla con Lenin, non è vero che per la vittoria della rivoluzione c’è bisogno soltanto delle condizioni oggettive (fase rivoluzionaria, povertà e precariato come accennavi) ma anche dalla fase soggettiva (soggetto politico, un partito che lavora sulla coscienza rivoluzionaria). Sarà anche una visione classica ma credo che questo schemi interpretativi possano essere aggiornati. Dobbiamo acquistare coscienza del degrado per poterlo cambiare.
Si possono sconfiggere le mafie partendo dal basso, togliendo il terreno e trasformando lentamente il sistema attuale che è marcio. Non si sconfiggono solo con la repressione (dall’alto) delle forze dell’ordine.
Grazie ancora del commento.


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