in questo senso, purtroppo, un altro freno è l’industria automobilistica. Credo che gli enormi investimenti collegati alla industria dei motori endotermici che bruciano idrocarburi costiuisca una barriera alla ricerca, allo sviluppo ed alla distribuzione di eventuali sistemi alternativi, meno inquinanti. E’ incredibile pensare che l’attuale motore a scoppio, nella sua parte essenziale, non è molto diverso da quello pensato da Barsanti & Matteucci nel 1850. Ma di ciò non si può fare una "colpa" solo alle società multinazionali, per un verso è nella natura delle cose. Ciascuno difende i propri interessi, che tra le le altre cose, per un verso sono concentrati in capo alle società ed a chi ne detiene le quote di controllo (generalmente modeste) ma nello stesso tempo diffusi tra la miriade di azionisti anche piccoli i quali aspirano ad un dividendo ed a un trend positivo nei corsi dei titoli. Senza contare gli interessi degli stati che pretendono di percepire dalla vendita dei carburanti accise superiori allo stesso prezzo di fabrica. Anche gli stati potrebbero essere corresponsabili della ricerca, da parte delle multinaziomnali. di economie sul piano dei costi che non potendo essere scaricati sui prezzi pena una riduzione dei consumi (anche in caso di monopolio di un bene essenziale come la benziana o il gas bisogna pur sempre tener conto di una certa l’elasticità della domanda) . ADESSO NON MANDATEMI ACCIDENTI, HO FATTO SOLO DELLE RIFLESSIONI...