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Alcuni ricercatori predissero nel 2011 le rivolte di questa estate

Di GeriSteve (---.---.---.164) 24 giugno 2013 15:18

La teoria della complessità è uno strumento importante di analisi della realtà. Però le conclusioni semplicistiche sono attraenti, ma quasi sempre fuorvianti.
L’aumento di costo del cibo è certamente un elemento scatenanrte delle rivolte (lo è stato anche nella rivoluzione francese) ma i morti di fame non fanno rivoluzioni, soprattutto non fanno rivoluzioni in nome di principi contro le prepotenze burocratiche, per l’istruzione, la sanità, in difesa della laicità e degli alberi.
Sia nel nord africa che -e ancor più- in Turchia e Brasile c’è stato un lungo progresso economico, ed è proprio l’uscita da situazioni di indigenza che consente di affermare la propria dignità di esseri umani e cittadini. Certo, perchè questo accada occorre un periodo consistente di benessere economico, ma sono anche necessari altri fattori socioculturali che indichino che un altro mondo sarebbe possibile.
Credo che sia in Turchia che in Brasile fattori socioculturali importanti siano state le promesse elettorali che hanno fatto vincere gli attuali governanti e che però non sono state mantenute.
E’ soltanto in questi contesti che l’aumento di costo dell’autobus e gli sperperi per il calcio o il rischio di perdere l’ultimo fazzoletto di verde a favore di un santuario del consumismo e un altro dell’islamismo diventano fattori scatenanti.
Credere che fenomeni di evoluzione sociale così complessi siano riducibili al solo costo del cibo è ingenuo.
Credere poi che qualcuno preveda il futuro sulla base di alcune previsioni azzecccate significa calcare le orme di chi credeva alla previsioni delle fattucchiere dimenticandosi le tante previsioni fallite e l’ambiguità di quelle realizzate.
GeriSteve


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