Apre a luglio la linea 6 della metropolitana di Napoli
Si estende la rete del trasporto su ferro all’ombra del Vesuvio, ed il numero delle “Stazioni dell’Arte”
- Il Crater de luz della Stazione Toledo
- Il grande cono di luce presente lungo la scala mobile della Stazione Toledo della linea 1 della Metropolitana di Napoli, disegnata da Oscar Tusquets Blanca e considerta come la più bella d’Europa sia dal prestigioso quotidiano britannico Telegraph sia dalla rete televisiva americana CNN
Aprirà a luglio la linea 6 della Metropolitana di Napoli: un’opera attesa da oltre 30 anni. Nei primi anni di funzionamento l’infrastruttura avrà un’estensione limitata, potendo contare soltanto su 8 stazioni lungo i 5,5 km di percorso. Tuttavia fin da subito svolgerà una non trascurabile funzione di snellimento del traffico cittadino nella congestionata area che va dalla Mostra d’Oltremare e dallo Stadio Diego Armando Maradona, nel quartiere periferico di Fuorigrotta, al centro cittadino, in corrispondenza della Stazione Marittima. Inoltre, cosa ben più importante, la sua funzione risulterà potenziata dal ruolo sinergico che svolgerà raccordandosi con le preesistenti reti del trasporto urbano su ferro. A Piazza Municipio il servizio si congiungerà con la linea 1, a Mergellina con la linea 2, e a Campi Flegrei nuovamente con la linea 2 e con la linea suburbana della Cumana, che si sviluppa anche in ambito cittadino.
In questo modo compie un ulteriore passo in avanti l’ambizioso progetto perseguito dalle amministrazioni cittadine partenopee negli ultimi decenni, di dotare la città di una delle reti di trasporto metropolitano più estese a livello mondiale per chilometro quadrato; seconda, in tal senso, solo alle analoghe infrastrutture del Giappone. Ma i progressi da fare per poter considerare la metropolitana napoletana un’eccellenza sono ancora notevoli. Al momento il servizio offerto è ampiamente inefficiente, con tempi di attesa troppo lunghi e vagoni sovraffollati nelle ore di punta. Ma, stando alle promesse fatte dal sindaco Gaetano Manfredi e dall’assessore ai trasporti Edoardo Cosenza, anche in tal senso si starebbe provvedendo, con l’arrivo di più numerosi, capienti, confortevoli e tecnologici convogli ferroviari, dotati di aria condizionata e connessione internet.
Ma vediamo nel dettaglio questa lenta ma continua evoluzione del trasporto metropolitano all’ombra del Vesuvio, le cui radici affondano nella notte dei tempi, ricollegandosi direttamente al ruolo d’avanguardia svolto da Napoli nell’ambito ferroviario nazionale.
Come ci ricorda Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa delle Ferrovie dello Stato, collocato nella periferia orientale della città, proprio a Napoli nacque nel 1839 la prima ferrovia italiana, che collegava il centro con Portici.
Questo primato nazionale è stato poi bissato anche nell’ambito del trasporto metropolitano. Risale al 1925 la prima, ancorché primordiale, metropolitana italiana: la “direttissima” delle Ferrovie dello Stato che, attraverso un passante ferroviario sotterraneo, collegava l’area flegrea di Pozzuoli con quella vesuviana di Gianturco, passando per le zone centrali della città. Si trattava della diretta antenata dell’attuale linea 2 di Trenitalia, il cui capolinea orientale è stato spostato nel 2014 a San Giovanni a Teduccio.
La prima vera metropolitana modernamente concepita, in quanto provvista di sede propria e con tracciato separato da quello degli altri sistemi di trasporto, risale invece al 1993, anno cui fu inaugurato il primo tronco della “metropolitana collinare” da Vanvitelli a Colli Aminei, divenuta poi linea 1 con il successivo arrivo nelle zone centrali della città. Attualmente il servizio si sviluppa per 19 km, con altrettante stazioni che vanno da Piazza Garibaldi, nell’area sottostante la stazione ferroviaria di Napoli Centrale, a Piscinola- Scampia, nella periferia settentrionale. Ma, a lavori ultimati, la linea potrà contare su altre 8 stazioni, che saranno tra loro collegate secondo un tracciato anulare, sulla falsariga della “Circle Undergound Line” di Londra.
Le stazioni di questa linea sono motivo d’orgoglio per i napoletani. Conosciute come “Stazioni dell’Arte” da anni sono tra le mete proposte dai tour operator che, con visite guidate, illustrano la loro struttura architettonica e/o le numerose opere d’arte contemporanea ivi contenute, che creano un vero e proprio museo diffuso aperto al pubblico arricchito da oltre 250 opere realizzate da architetti, designer ed artisti di fama internazionale (Alvaro Siza, Oscar Tusquets, Alessandro Mendini, Dominique Perrault, William Kentridge, Joseh Kosuth, Massimiliano Fuksas, Karim Rashid, Mimmo Jodice, Michelangelo Pistoletto, Robert Wilson, Gae Aulenti, Mimmo Paladino, Anish Kapoor, Oliviero Toscani e molti altri). Con l’imminente apertura della linea 6 questo progetto di valorizzazione delle stazioni, utilizzate in funzione di spazi espositivi di opere d’arte, verrà ampliato, e le future fermate della metropolitana ospiteranno opere di altri artisti famosi come Peter Greenaway, Boris Podrecca, Hans Kollhoff, Rebecca Horn, Uberto Siola e Vittorio Magnago Lampugnani.
Ritornando alla linea 1, questa sarà il vero asse portante dell’intera rete metropolitana, collegando con il suo circuito a spirale alcune tra le più importanti zone di Napoli (il Tribunale, il Centro Direzionale, il centro storico con le sue aree monumentali e museali, l’Università, i quartieri collinari del Vomero, la Zona Ospedaliera, la periferia nord) con le tre porte d’accesso alla città, ossia il porto, la stazione ferroviaria e l’aeroporto. Inoltre lungo il suo tracciato questa linea già ora si incrocia con le altre numerose infrastrutture di trasporto su rotaia di cui è dotata Napoli. Oltre alle già ricordate linea 2 e futura linea 6 di prossima apertura, le 4 funicolari (Centrale, Montesanto, Chiaia e Mergellina) che collegano le aree pianeggianti con i quartieri collinari del Vomero e di Posillipo, e le linee del servizio metropolitano suburbano gestito dalla Regione Campania attraverso la società EAV (Ente Autonomo Volturno): le 6 linee vesuviane, le 2 linee flegree già in servizio (Cumana e Circumflegrea), che nei prossimi mesi saranno affiancate dalla nuova linea 7 che unirà il centro storico con il Complesso Universitario di Monte Sant’Angelo a Fuorigrotta, e la Linea Arcobaleno, che congiunge la periferia di Piscinola-Scampia con l’area a nord di Napoli fino ad Aversa, ormai in provincia di Caserta.
Ma questo già poderoso network ferroviario nei prossimi anni sarà ulteriormente potenziato, con il prolungamento di alcune linee e la costruzione di una ex novo, attualmente in fase di progettazione.
Oltre al già citato prolungamento della linea 1 per la chiusura del circuito anulare, sono previste le estensioni della linea 6, con arrivo nell’area della Città della Scienza di Bagnoli e a Piazza San Luigi nel quartiere di Posillipo, dove un ascensore condurrà alla panoramica Via Petrarca, e della linea 7 di prossima apertura, la cui tratta sarà successivamente estesa fino alla già esistente stazione dell’Edenlandia, lo storico parco divertimenti di Napoli, dove questa nuova linea si congiungerà con quella preesistente della Cumana.
Veniamo, infine, all’ultima linea, al momento solo in fase di programmazione. Si tratta della linea 10 che dalla zona ferroviaria di Napoli Centrale (il capolinea sarà in Piazza Principe Umberto), collegherà il centro città con l’avveniristica stazione dell’Alta Velocità di Napoli Afragola, inaugurata nel 2017 su progetto dall’archistar anglo-irachena Zaha Hadid.
Anche per quest’ultimo progetto la volontà degli ideatori è di realizzare un felice connubio tra esigenze di mobilità e miglioramento della qualità della vita. Una mobilità sostenibile al servizio di cittadini e turisti che sappia far dialogare l’utilità delle opere con la bellezza delle infrastrutture. Un binomio che nel settore del trasporto pubblico locale a Napoli sta risultando sempre più vincente.
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