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Il pacifista Melandri tornerà a dire messa

E’ stato, probabilmente, il più bel regalo ricevuto in coincidenza del suo compleanno: l’incardinamento, a distanza di 30 anni dalla sospensione a divinis e della successiva riduzione allo stato laicale, nel clero della diocesi di Bologna. 

Stiamo parlando di Eugenio Melandri, teologo e sociologo romagnolo ma soprattutto storico esponente del movimento pacifista italiano, che il 21 settembre ha festeggiato il settantunesimo compleanno. Melandri è da decenni una figura emblematica della cultura della pace e della nonviolenza, autentico crocevia tra identità culturali distinte, sia di stampo religioso sia laico, ma convergenti verso comuni valori. 

La notizia del reintegro del “prete di strada” nel corpo sacerdotale è stata così commentata dal compagno di tante battaglie politiche Giovanni Russo Spena, ex segretario di Democrazia Proletaria e deputato di Rifondazione Comunista .“Sei sempre stato – ha detto Russo Spena - un Sacerdote, hai sempre lottato per e con gli ultimi, hai sempre, ogni giorno, costruito comunità includenti. Ma sei stato anche, senza che mai lo rivendicassi, e sei tuttora, un grande dirigente politico, un intellettuale collettivo di stampo gramsciano. Non hai mai amato e non ami l'autonomia del politico, il suo farsi oligarchia, il suo separarsi dai bisogni, dalle aspirazioni, dai sogni, dagli amori”. E il dirigente comunista ha concluso: “Continuiamo a pensare, e siamo in ottima compagnia con papa Francesco, che non è possibile che la crisi del collettivismo generi solo il libero mercato, aprendo la via ad un’economia selvaggia e predatoria che porta con sé drammatici fenomeni di emarginazione, disoccupazione, precarizzazione di massa, con forme gravi di intolleranza, xenofobia, razzismo”.

Ma quando inizia il percorso sacerdotale di questo straordinario interprete della nonviolenza? Melandri entra nella Pia Società di San Francesco Saverio, un ordine missionario, nel 1974, e in questa comunità religiosa ricopre l’incarico di direttore della rivista “Missione Oggi”. L’impegno di fede non è, tuttavia, mai disgiunto da quello civile. Da sempre in prima fila nelle più significative battaglie in difesa della pace, a partire dagli anni 70 Melandri diventa ben presto un importante punto di riferimento per tutte e tutti coloro che sono impegnati sui temi della nonviolenza e della solidarietà internazionale. Nella seconda metà del secolo scorso non c’è iniziativa pacifista che non lo veda come promotore ed esponente di primo piano: dalle manifestazioni contro l’installazione dei missili nucleari nella base NATO di Comiso alle campagne per l’obiezione di coscienza alle spese militari e per il disarmo unilaterale.

E’ in questo contesto che nel 1989 matura la candidatura, con la successiva elezione, di Melandri al Parlamento Europeo nelle liste di Democrazia Proletaria, il “piccolo partito dalle grandi ragioni” del ricordato amico Russo Spena. Sarà questo evento a determinare la sospensione a divinis e la riduzione allo stato laicale. Ma, seppur nell’amarezza di questo provvedimento punitivo, l’impegno del “prete rosso” continua, spaziando in ogni ambito. Come Europarlamentare diventa Vicepresidente dell’ACP-CEE, ossia l’Assemblea Paritetica tra gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico e la CEE. Con il compianto Dino Frisullo, altro storico attivista del movimento per la pace, fonda l’Associazione “Senzaconfine” per i diritti degli immigrati in Italia.

Grazie al suo impegno e alla credibilità acquisita in ambito politico nel 1992, con Rifondazione Comunista, Melandri viene eletto deputato anche al Parlamento Italiano, ma l’esponente pacifista si dimette da questo secondo incarico parlamentare, rifiutando la logica del cumulo delle poltrone. Continua, invece, il suo impegno nella società civile all’interno del frastagliato mondo del pacifismo, e nel 1994 fonda l’Associazione Obiettori Nonviolenti.

Il rilievo internazionale acquisito da Melandri non lo porta, tuttavia, a disdegnare anche incarichi di minore prestigio, ma probabilmente più vicini alla sua natura di “prete di strada”. In particolare a Genzano di Roma, la cittadina dell’Infiorata posta alle porte della Capitale, ricopre l’incarico di Assessore alla Cultura, alle Politiche Giovanili e alla Solidarietà Internazionale.

Terminati i mandati politici Melandri ha continuato il suo impegno a favore della pace ricoprendo gli attuali incarichi di direttore di “Solidarietà Internazionale”, rivista bimestrale del CIPSI, il Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale che raggruppa oltre 40 associazioni di cooperazione, e di presidente di “Chiama l’Africa”, onlus per una nuova solidarietà con i popoli africani.

Per ultimo l’attivista pacifista è ora impegnato in un’inaspettata battaglia, quella contro il “drago”, nome con cui chiama il tumore al pancreas con metastasi ossee che gli è stato diagnosticato nel 2018. Ma anche in questo caso la tenacia del combattivo Melandri sta conseguendo dei risultati positivi. “Ad un anno di distanza – ha detto in occasione del suo compleanno - non solo sono ancora vivo, ma sto meglio. Il mio compleanno è la festa di un anno in cui abbiamo insieme sconfitto il drago”.

Foto: Pixabay

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