Forse non è chiaro che ebrei e cristiani provengono dallo
stesso ambiente ‘etnico’ ma non sono della stessa pasta. Le differenze
culturali, che sono religiose ed antropologiche, evidenziano una nettissima
differenza fra le due tendenze, l’una rimasta fedele ai princìpi tradizionali, l’altra ampiamente influenzata dalla cultura ellenizzante. Infatti molti criticano l’uso della definizione "cultura giudaico-cristiana" proprio perché affermerebbe un’uguaglianza semplicemente minimizzando o rendendo inesistenti le differenze.
E se è vero che il Nuovo Testamento è pieno di rimandi
all’Antico, è altrettanto indiscutibile che è anche pieno di “interpretazioni”
che ne stravolgono spesso il senso (insieme naturalmente alle traduzioni di
comodo o semplicemente errate).
Che poi molti (non solo ebrei e cristiani) predichino bene
e razzolino male è pur vero, ma – prima di fare di ogni erba una...pasta –
ricordiamoci che negli ultimi duemila anni ci sono stati vittime e carnefici,
fino all’ultimo devastante genocidio di settanta anni fa. Se ci si scorda di
questo “piccolo” particolare si stabiliscono “uguaglianze” storiche un po’
troppo superficiali.
Quanto ai radicali: non sono affatto d’accordo che l’aborto
di un feto malformato sia equiparabile in qualche modo all’eugenetica nazista
che era volta alla formazione di un’umanità “arianizzata”. L’aborto è
semplicemente l’interruzione di un processo di sviluppo di un agglomerato
cellulare finalizzato ad impedire che venga al mondo un individuo dalla vita
breve, dolorosa e spesso incurabile, oppure che la madre soffra di traumi
fisici o psichici come conseguenza di un parto non voluto. Non è un caso che la
legge di qualsiasi stato, con pochissime eccezioni, ritenga legittima
l’interruzione di gravidanza.
Confesso invece che non conoscevo la posizione un po’ troppo
ambigua dei radicali rispetto alla pedofilia che, pur dichiarando che “contestare le forme
di questa crociata antipedofila non significa riconoscere il "buon
diritto" di qualcuno a intrattenere relazioni sessuali con bambini in
tenera età” nei fatti poi fa affermazioni inaccettabili e un riferimento alle esternazioni decisamente
criticabili di Vattimo, a cui peraltro fece da contraltare anche uno dei
leader della sinistra radicale, Nichi Vendola, in una ormai famosa intervista a
Repubblica del 1985.
Ma così come non si può dire - sulla scorta delle parole di Vendola - che qualsiasi comunista è un pedofilo, altrettanto credo si possa dire dei Radicali.
In ogni caso concordo che manca, nella dichiarazione dei Radicali, un
netto e non ambiguo rifiuto di considerare la pedofilia una pratica legittima o
anche semplicemente una “diversa preferenza sessuale”, quando è indiscutibile
che sia sempre e solo violenza - fisica o psichica - di un adulto su un minore la cui identità è in formazione.
La ringrazio quindi della segnalazione. Ma non posso fare a meno
di notare che il mio articolo si limitava ad
evidenziare solo le recenti esternazioni di Emma Bonino a cui va tuttora la mia stima (nonostante la foto con il Papa) e alle battaglie di civiltà dei Radicali che sul piedestallo, come dice lei, di sicuro ci sono sempre stati meno di tutti gli altri.
La saluto. FDP