• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

geronimo54

geronimo54

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare".
Credo che, oggi come non mai, sia valido questo ammonimento che ci viene da B. Brecht.
Lavoro come fisioterapista. Pur non essendo mai stato un attivista politico, mi sono sempre interessato a quello che succedeva intorno a me con l’occhio di chi ambirebbe ad una maggiore giustizia sociale.

Statistiche

  • Primo articolo lunedì 12 Dicembre 2010
  • Moderatore da giovedì 03 Marzo 2011
Articoli Da Articoli pubblicati Commenti pubblicati Commenti ricevuti
La registrazione 4 11 2
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0
Moderazione Da Articoli moderati Positivamente Negativamente
La registrazione 0 0 0
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0






Ultimi commenti

  • Di geronimo54 (---.---.---.144) 16 aprile 2011 13:00
    geronimo54

    Non c’è da temere: sono manifesti del "partito dell’amore"; quello che non demonizza i suoi avversari.

    Ma che razza di ragionamento è? "Se le BR sono presenti nelle procure, vanno giustamente eliminate (la scoperta dell’acqua calda). Se al contrario non ci sono, non si capisce perché alcuni si offendano". FORSE PERCHE’ A QUALCUNO DA FASTIDIO ESSERE ASSIMILATO A DEI TERRORISTI SOLO PERCHE’ FA IL SUO LAVORO O PERCHE’ NON CI SI SENTE DI ESSERE DEI TERRORISTI SE SI RITIENE CHE I CITTADINI DOVREBBERO ESSERE TUTTI UGUALI DI FRONTE ALLA LEGGE.

    Se poi il presidente del consiglio ricordasse, quando fa le sue esternazioni, che ricopre un ruolo istituzionale, la cosa non guasterebbe di certo.

  • Di geronimo54 (---.---.---.41) 22 febbraio 2011 20:30
    geronimo54

    Io veramente sono più preoccupato dalle esternazioni di un signore che purtroppo è a capo del governo del mio paese e che pensa addirittura di riformare la Corte Costituzionale perché "...respinge leggi giuste". Se lo spirito è questo, potrebbe pensare anche alla sua abolizione: tanto c’è lui che, nella sua sapienza e virtù, sa valutare se le leggi sono giuste o meno.
    Vorrei ricordare che in Italia vige ancora l’OBBLIGATORIETA’ DELL’AZIONE PENALE ed i PM di Milano non hanno fatto altro che agire secondo quanto la Legge impone loro. Se poi si vuole che questa obbligatorietà venga meno o che non valga se la "notitia criminis" riguarda il potente di turno, lo si dica chiaramente. O, ancora meglio: se il fatto di possibile rilevanza penale riguarda Berlusconi Silvio, si eviti di procedere. Con buona pace di tutti.
    A questo signore che lamenta di essere l’essere umano più perseguitato dalle procure da che mondo è mondo e che va dicendo di essere sempre uscito pulito da tutte le accuse mossegli, vorrei ricordare (a lui e a quelli che lo difendono) che, nei 16 processi in cui è stato direttamente coinvolto, le assoluzioni avute sono state solo 3 (di cui 2 con formula dubitativa) e le condanne (amnistiate) 2; in altri 7 procedimenti è stato prosciolto (non assolto) per sopravvenuta depenalizzazione dei reati di cui era imputato o per sopravvenuta prescrizione (tutto ottenuto con leggi varate ad hoc da governi da lui presieduti).
    Pertanto dire che abbiamo al governo una persona che altrove sarebbe definita un delinquente abituale, non mi sembra giustizialismo ma la pura e semplice verità.

  • Di geronimo54 (---.---.---.246) 17 febbraio 2011 19:04
    geronimo54

    I brigatisti erano gente seria: CRIMINALI, ma seri. Non perderebbero mai tempo con quelli del Giornale.

  • Di geronimo54 (---.---.---.8) 12 febbraio 2011 08:33
    geronimo54

    Caro Antonio, Pompei non va certo in pezzi per colpa dei bersaglieri ma, mentre i Borboni ne avevano iniziato e finanziato gli scavi ed il recupero (di tasca loro), il governo italiano l’ha abbandonata all’incuria e, senza voler aprire una polemica politica, devo ricordare che il governatore del Veneto ha recentemente definito una domus pompeiana "...quattro sassi".
    Riconosco del vero negli scritti degli autori che citi, ma non si può dimenticare che c’è del vero anche in quello che scrivono altri autori come Pino Aprile che, non avrà lo spessore ed il carisma di Croce o di Nitti, ma cita pur sempre dati e fatti precisi.
    Non è che il Regno delle Due Sicilie fosse il paradiso in terra, ma è pur vero che nel 1860 i 4/5 dell’oro circolante in Italia erano lì e la convertibilità della moneta borbonica era piena perché battuta in oro o argento. Negli stessi anni il Regno di Sardegna era sull’orlo della bancarotta. "Prima del 1860, al sud era più grande ricchezza che in quasi tutte le regioni del nord" (F.S. Nitti).
    Il Regno delle Due Sicilie aveva i cantieri navali più importanti del Mediterraneo e la sua flotta mercantile era seconda, per tonnellaggio, solo a quella inglese. Fino al 1860, se c’era un ritardo tecnologico era nel Regno di Sardegna, perché al sud veniva inaugurata la prima ferrovia italiana e lo stabilimento siderurgico di Mongiana (sulle Serre calabresi) riceveva riconoscimenti e premi internazionali per la qualità della sua produzione. A San Leucio (vicino Caserta) c’era uno stabilimento tessile che non aveva eguali in Italia e che venne smantellato dagli italiani all’indomani dell’unificazione; stessa sorte toccò allo stabilimento di Mongiana e ad un identico destino vennero condannate altre attività (come la cantieristica navale e la meccanica di precisione) per il totale conferimento al nord delle commesse da parte dei nuovi governanti.
    Per quanto riguarda l’agricoltura c’è da osservare che al sud non c’era solo produzione cerealicola, ma c’era anche un’agricoltura specializzata i cui prodotti venivano per la maggior parte esportati, ma non al nord che non poteva permetterseli e che, seppur favorita da politiche protezionistiche, portava ricchezza a quelle terre. Tutto finito dopo l’unità d’Italia. E riguardo alla realizzazione di infrastrutture economiche per il mezzogiorno, stenderei un velo pietoso, pensando che , ancora oggi, Matera è l’unico capoluogo di provincia non collegato alla rete ferroviaria (se qualcuno a Matera vi da appuntamento davanti alla stazione, sappiate che vi sta prendendo in giro).
    E l’unificazione non avvenne con plebiscito popolare, ma venne imposta con le baionette. Il fenomeno del brigantaggio meridionale, soprattutto le sue origini, è estremamente complesso, ma prima (dell’unificazione) c’erano solo i briganti; il brigantaggio è venuto dopo. E, in ogni caso, che c’entravano le popolazioni civili se si prende per buona la tesi che la popolazione fosse dalla parte dei "liberatori"? Ci sono stati interi paesi messi a ferro e fuoco nel meridione: stupri, saccheggi, fucilazioni in massa, profughi. E non furono cose da poco se Garibaldi stesso ebbe a scrivere alcuni anni dopo "gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio".
    In una lettera a Pasquale Villari, Giustino Fortunato (convinto unitarista) si lascia andare ad uno sfogo riguardo all’unificazione d’Italia "... E’ stata, purtroppo, la nostra rovina economica. Noi eravamo, nel 1860, in floridissime condizioni per un risveglio economico, sano e profittevole. L’Unità ci ha perduti".

  • Di geronimo54 (---.---.---.192) 9 febbraio 2011 19:32
    geronimo54

    Forse sarebbe il caso che qualcuno meditasse sul fatto che nei campi di sterminio nazisti si è consumato l’olocausto non solo degli ebrei, ma anche degli zingari e degli omosessuali; tutti con un’unica colpa: essere ciò che erano.
    E a chi difende certe tesi, basate sul pregiudizio, posso solo ricordare le parole di Primo Levi:
    "A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che "ogni straniero è nemico". Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari o incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora al termine della catena sta il lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano".

TEMATICHE DELL'AUTORE

Cronaca Locale Società Tribuna Libera

Pubblicità



Pubblicità



Palmares

Pubblicità