Caro Gianni, di questa presunta parentela non ne so granchè. Tuttavia, non sarebbe l’unica. Ci sono stati diversi esponenti della costellazione della lotta armata in Italia che avevano illustri parentele. Non solo tra le forze armate. Ci sono state anche delle aree grigie. Il caso più famoso è quello del figlio di Donat Cattin, sulla cui vicenda è stato pubblicato un libro molto interessante, "Il figlio terrorista. Il caso Donat Cattin e la tragedia di una generazione", di Monica Galfrè, Einaudi editore.
Io concordo abbastanza con lo sfondo in cui viene collocata la vicenda. C’è una questione generazionale che attraversa la storia della lotta armata in Italia, in cui il l’evocazione del parricidio, come conseguenza di una resa dei conti in un paese che non riusciva ad incamminarsi sulla strada della modernità, come nella vicenda Moro, è una chiave di lettura da non sottovalutare.
Ci sono stati molti brigatisti che venivano da famiglie di destra, o tradizionali. Ci sono stati anche recentemente casi di persone che avevano parentele molto strette con uomini e donne che lavoravano con i servizi, o che appartenevano ad una sorta di "borghesia nera".
Si possono fare tutte le ipotesi che si vuole. Ma non va esclusa la questione generazionale. Almeno per gran parte di loro, il fascino della lotta armata era legato a profonde vicende personali. Non dimentichiamo che erano poco più che ventenni. Questo dato viene spesso trascurato, ma sarebbe utile ricordare come eravamo a vent’anni.
Poi, in qualche caso, è possibile che dette parentele abbiano prodotto comportamenti ambigui. Un come quando si cerca un dialogo e si lanciano dei segnali, quando si intuisce quale percorso è più compatibile per riuscire ad attirare lo sguardo. Perchè nella mediaticità del terrorismo, c’è una questione a proposito dello sguardo che si vuole attirare.
Magari, coloro che hanno capito come interpretare il loro ruolo in chiave sistemica, hanno avuto qualche privilegio. O l’hanno fatta franca. Ma non per la parentela con un singolo, ma per la sistemicità che hanno interpretato, anche inconsapevolmente...