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Commento di luciana

su Mi pais. Un altro regime è possibile.


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luciana 31 ottobre 2008 22:48

In attesa del tg nazionale ho seguito un programma di intrattenimento al quale partecipavano dei giovani studenti universitari e ad una domanda posta alla giovane studentessa su cosa pensasse della morte così rispondeva “ vorrei lasciare a chi resta un segno del mio passaggio una traccia della mia esistenza” …questa risposta semplice e matura mi ha disorientata sorpresa tanto da sentirmi chiamata a condividerne il messaggio oltremodo profondo e quanto mai profetico.

Messaggio che i nostri ragazzi dell’onda in modo impressionate e subitaneo hanno colto e interpretato inconsapevolmente.

Non comprendere che la vita di ognuno come la vita degli animali delle piante delle acque delle profondità sia patrimonio del nostro passaggio che le lacrime della sofferenza la gioia della conquista siano ricchezza della nostra storia, che i silenzi della nostra dell’impotenza che ci serra il cuore in una morsa di angoscia e rabbia siano scintille della nostra passione significa non conoscere il valore della verità.

La nostra appartenenza al mondo non è una scelta ma un’offerta, un dono gratuito e come tale va accolto non da proprietari ma semplici affidatari per ricavarne quel benessere da consegnare ai futuri compagni di viaggio.

Chiudere occhi mente e cuore consegnare la propria libertà alla cupidigia di un centauro che non ascolta ma denigra offende inganna, significa consegnare le nostre speranze al disfacimento alla rabbia al rancore al tormento alla paura del nulla con rischio davvero imprevedibile.

Sembra che una cortina di sfavillante nullità abbia contrabbandato il senso del limite con l’onnipotenza, non ci si accorge che il castello merlato di un liberismo lussurioso materiale e spirituale e mediatico esala l’ultimo respiro sotterrato dalle macerie della propria nefandezza e putridume .

Non comprendere che l’onda che ha invaso spontaneamente le strade delle città, risvegliato i torpori dei nostri cuori sia la speranza ritrovata e incarnata del nitore, del ritorno al mondo reale alla concretezza degli obiettivi vuol dire consegnare agli appetiti mediatici alle fauci dell’edonismo sfrenato tutta la nostra gioventù, l’investimento del loro futuro la serenità della nostra vecchiaia.

In realtà questa rumorosa e numerosa onda di pensiero altro non ha fatto che lanciare una richiesta di aiuto, gettare una gomena di ancoraggio verso quel mondo adulto vissuto ancora come padre fratello compagno amico ma quel mondo adulto accecato dall’orgia del potere nella assoluta mancanza di ascolto, intriso da un prestigio da difendere, ha ritenuto di rigettare offendere calunniare riducendo tale manifestazione a chiacchiericci politici a mere ideologie e decidere pertanto con la supponenza del padre- padrone che lo distingue che sarà il potere giudiziario a colpire tacitare l’onda …

Quel potere che dice di avere a cuore le sorti delle nostre generazioni lascia che l’onda che le incarna affoghi nel tradimento la loro ricchezza o meglio la nostra ricchezza e perde così l’ultima occasione di ravvedimento.

Così non sarà cari governanti abbarbicati sulla colonna della prepotenza, sino a quando uomini e donne ricercheranno un’etica globale di valori universali della condivisione della solidarietà della cultura il tessuto della nostra esistenza renderà quel deserto arido terreno fertile copioso, capace di abbattere il mostro della cieca ignoranza.

Le parole di don Milani, il maestro degli ultimi, concludono la mia riflessione “ Bisogna che il fine sia onesto. Giusto. Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questo secolo come lei vuole amare se non con la politica o col sindacato o col la scuola? Siamo sovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte.”

 luciana

 


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