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Mi pais. Un altro regime è possibile.

Ponte sullo stretto, Tav, crisi Usa, riforma della giustizia, nucleare, governo.

Parla di tutto Berlusconi, spaziando da un argomento all’altro. Il premier è carico, (..) forte del continuo aumento di fiducia nei confronti dell’esecutivo, un consenso che lui stesso definisce «quasiimbarazzante>>.Qualche giorno fa, alludendo ad una strategia di radicale trasformazione del paese, Berlusconi rispondeva così alle domande dei giornalisti.

A questo punto verrebbe da chiedersi se Licio Gelli non sia il più grande veggente della storia del nostro paese.

Le sue “predizioni” contenute nel “piano di rinascita democratica” lo collocherebbero poco dietro i pastorelli di Fatima a cui si mostrò la Madonna per fare delle confidenze sul destino tragico del pianeta.

In fin dei conti si diventa solo ciò che si è.

Tuttavia la formazione del regime non sarebbe comprensibile senza considerarlo come l’atto finale di un costante processo di cessione di territorio partecipativo democratico. Senza segnalare l’arretramento e la trasformazione culturale subiti dalla sinistra nel paese negli ultimi anni. Senza consideralo, in definitiva, come il modello di una prassi politica e di un’ideologia assecondata e imitata da chi invece avrebbe dovuto combatterla.

La trasformazione autoritaria delle istituzioni è figlia: tanto del revisionismo di destra che ha reinterpretato e neutralizzato senso e significato della cultura democratica sorta dalla resistenza; sia della rimozione dell’appostamento critico nei confronti della realtà maturato negli anni della contestazione del 68; che del revisionismo di sinistra il quale in virtù di una insostenibile idea di un capitalismo dal volto umano, si è votato alla mistica del mercato finendo, in nome di una svolta risultata incomprensibile alla propria base elettorale per consegnare paese ed istituzioni nelle mani di Berlusconi. Il vuoto pneumatico che segna l’egemonia culturale dei vincitori materializza la forma più insignificante ma anche la più subdola capacità di eversione con cui il populismo mediatico si innalza al ruolo d’ideologia statutaria del regime corredata ora, dopo la riforma Gelmini, da tanto di principi educativi e vademecum disciplinare-formativo.

E’ il risultato più raffinato che discende dall’ indiscriminato e costante uso dell’informazione come arma di seduzione e formazione di consenso (di pasoliniana memoria) che la simbologia dell’imprenditore che opera al di là del bene e del male, ha conseguito in ogni dove del paese.

Qualche anno fa, proprio quando si allargava la forbice della rappresentanza fra mondo della politica e paese reale e si lanciava il progetto di fare piazza pulita dell’antagonismo culminato con la repressione avvenuta in occasione del G8 di Genova, qualcuno si è sforzato di spiegarci come in Italia non si potesse parlare di regime ma tant’è.

Come il più semplice dei calcoli aritmetici, si faceva strada ineluttabile, un senso della “cittadinanza” basato sulla decostruzione puntuale delle relazioni democratiche a cui faceva eco un epidemico sentimento di sfiducia nutrito dalla gente nei confronti delle istituzioni.

Così si è creato un vuoto. Un vuoto di cui l’indulto ha rappresentato lo psicodramma mimato di fronte al paese da una classe politica alla ricerca della sospensione dello stato di diritto per sé e per quel sottobosco di procacciatori di consenso che capillarmente invadono il paese stravolgendo senso e significato della legalità.

In questo senso il lodo Alfano conclude il medesimo processo facendo dell’immunità conseguita dal cavaliere  il frutto velenoso contenuto nel progetto di trasformazione delle regole che presiedono alla formazione della rappresentanza democratica parlamentare.

Il cosiddetto porcellum, la creazione del duopolio PDL-PD, l’eliminazione delle preferenze nelle modalità d’espressione del voto, l’innalzamento dello sbarramento al 5 e all’ 8% rispettivamente alla camera e al senato, le liste bloccate dalle segreterie di partito, l’appello bipartisan al “voto utile” non sarebbero stati possibili se tutto ciò non fosse stato preventivamente concordato e caparbiamente ricercato.

E oggi che assistiamo alla sconfitta “epocale” d’ogni cultura democratica maturata nella luminosità di anni di battaglie civili e politiche combattute in nome e per conto dell’allargamento della costituzione materiale del paese, ci chiediamo : è questo il senso finale del tanto vagheggiato riformismo e della tanto ricercata normalizzazione del paese ?

E dopo la riforma della giustizia, in queste condizioni d’emergenza democratica,  conosceremo l’inedito volto di un Berlusconi che si ergerà a paladino della questione morale ? Qualcuno imbrigliato nella ragnatela della “riforma delle istituzioni” ordita da Berlusconi ed avvocati, rimarrà con un piede nella tagliola vittima di accordi non rispettati? L’opposizione ha perso e continuerà a perdere quando agli occhi della sua gente finisce per assomigliare troppo al nemico perpetuando quel senso di solitudine, di scoramento che oramai da anni campeggia fra tutti quei cittadini, lavoratori, studenti, precari, disoccupati, immigrati, donne e uomini, insomma fra tutti quei soggetti ed individui che nel corso di questi anni, proprio lì nel basso della società,  hanno subito e subiscono un devastante processo di capillare annichilimento dei propri diritti e delle proprie condizioni materiali di vita. Il paese reale assomiglia ora e ogni giorno di più, alla vittima sacrificale offerta all’efficiente macchina di distruzione dei capisaldi del diritto costituzionale dietro cui si nascondono alchimie di alleanze forti che spianano la strada alla paurosa regressione civile, culturale, sociale ed economica della nazione.

 

 

Commenti all'articolo

  • Di lamariacristina (---.---.---.84) 25 ottobre 2008 09:33

    Lucida analisi del sistema politico italiano
    condivido pienamente 

  • Di 0collotorto0 (---.---.---.180) 25 ottobre 2008 14:58

    Grazie per l’articolo,molto azzeccato.
    In fondo si diventa ciò che si è,recita in un passo.
    Le predizioni-ne sono convinto-una volta rivelate fanno sì che seppur inconsciamente (non proprio in questo caso specifico) si tenda ad assecondarle e a farle divenire realtà.....e sembra proprio che a noi tocchera il "privilegio" di essere testimoni dell’avverarsi della "rinascita democratica" pensata dal fù Licio,hainoi.
    Ma strumenti democratici per ostacolare,rallentare tale progetto ancora esistono,e finchè esistono è bene farne uso e difenderli......

    Ancora dall’articolo:
    "La trasformazione autoritaria delle istituzioni è figlia: tanto del revisionismo di destra che ha reinterpretato e neutralizzato senso e significato della cultura democratica sorta dalla resistenza; sia della rimozione dell’appostamento critico nei confronti della realtà maturato negli anni della contestazione del 68; che del revisionismo di sinistra il quale in virtù di una insostenibile idea di un capitalismo dal volto umano, si è votato alla mistica del mercato finendo, in nome di una svolta risultata incomprensibile alla propria base elettorale per consegnare paese ed istituzioni nelle mani di Berlusconi."

    Ecco questa è,secondo me, la tragica verità!!!!

    Leggete un libro sugli arditi del popolo (Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista 1917-22) di Eros Francescangeli e scoprirete come, mentre c’erano cittadini democratici che difendevano i diritti minimi e si indignavano e ostacolavano in prima persona il rosicchiamento delle libertà individuali, ecc.
    c’erano di contro quelli che avrebbero dovuto rappresentare in parlamento tali esigenze che si mossero in direzioni tali da consegnare il Paese a ciò che sarebbe avvenuto negli anni successivi.Non voglio dire che la storia si ripete,ma certamente similitudini esistono!!!

  • Di Alba Kan. (---.---.---.55) 26 ottobre 2008 12:05

    "E’ in atto una strategia di radicale trasformazione del paese" di tutti i paesi...è vero! Nonostante si vedano con evidenza i risultati catastrofici del capitalismo selvaggio, si prosegue nella stessa direzione, la privatizzazione "selvaggia" e il saccheggio delle risorse dello "Stato" (che siamo noi). La riforma Gelmini, vogliono farla sembrare il migioramento della scuola, studiato per evitare gli sprechi e le spese inutili, ma in realtà è un "derivato" degli obiettivi di Tremonti: pareggiare i conti entro il 2011, bisogna tagliare, tagliare e tagliare ancora...
    Tutto nel silenzio assenso dei media... Hanno infilato il Trattato di Lisbona nel pacchetto sicurezza, votandolo all’unanimità...nessun astenuto e nessun NO! Hanno infilato LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA" nel pacchetto per salva Alitalia. La verità è che stiamo vivendo la dittatura più subdola della storia, perchè adesso pensiamo di essere liberi, di decidere, di votare...ma siamo schiavi di tutto ciò che ci circonda.

  • Di luciana (---.---.---.225) 31 ottobre 2008 22:48

    In attesa del tg nazionale ho seguito un programma di intrattenimento al quale partecipavano dei giovani studenti universitari e ad una domanda posta alla giovane studentessa su cosa pensasse della morte così rispondeva “ vorrei lasciare a chi resta un segno del mio passaggio una traccia della mia esistenza” …questa risposta semplice e matura mi ha disorientata sorpresa tanto da sentirmi chiamata a condividerne il messaggio oltremodo profondo e quanto mai profetico.

    Messaggio che i nostri ragazzi dell’onda in modo impressionate e subitaneo hanno colto e interpretato inconsapevolmente.

    Non comprendere che la vita di ognuno come la vita degli animali delle piante delle acque delle profondità sia patrimonio del nostro passaggio che le lacrime della sofferenza la gioia della conquista siano ricchezza della nostra storia, che i silenzi della nostra dell’impotenza che ci serra il cuore in una morsa di angoscia e rabbia siano scintille della nostra passione significa non conoscere il valore della verità.

    La nostra appartenenza al mondo non è una scelta ma un’offerta, un dono gratuito e come tale va accolto non da proprietari ma semplici affidatari per ricavarne quel benessere da consegnare ai futuri compagni di viaggio.

    Chiudere occhi mente e cuore consegnare la propria libertà alla cupidigia di un centauro che non ascolta ma denigra offende inganna, significa consegnare le nostre speranze al disfacimento alla rabbia al rancore al tormento alla paura del nulla con rischio davvero imprevedibile.

    Sembra che una cortina di sfavillante nullità abbia contrabbandato il senso del limite con l’onnipotenza, non ci si accorge che il castello merlato di un liberismo lussurioso materiale e spirituale e mediatico esala l’ultimo respiro sotterrato dalle macerie della propria nefandezza e putridume .

    Non comprendere che l’onda che ha invaso spontaneamente le strade delle città, risvegliato i torpori dei nostri cuori sia la speranza ritrovata e incarnata del nitore, del ritorno al mondo reale alla concretezza degli obiettivi vuol dire consegnare agli appetiti mediatici alle fauci dell’edonismo sfrenato tutta la nostra gioventù, l’investimento del loro futuro la serenità della nostra vecchiaia.

    In realtà questa rumorosa e numerosa onda di pensiero altro non ha fatto che lanciare una richiesta di aiuto, gettare una gomena di ancoraggio verso quel mondo adulto vissuto ancora come padre fratello compagno amico ma quel mondo adulto accecato dall’orgia del potere nella assoluta mancanza di ascolto, intriso da un prestigio da difendere, ha ritenuto di rigettare offendere calunniare riducendo tale manifestazione a chiacchiericci politici a mere ideologie e decidere pertanto con la supponenza del padre- padrone che lo distingue che sarà il potere giudiziario a colpire tacitare l’onda …

    Quel potere che dice di avere a cuore le sorti delle nostre generazioni lascia che l’onda che le incarna affoghi nel tradimento la loro ricchezza o meglio la nostra ricchezza e perde così l’ultima occasione di ravvedimento.

    Così non sarà cari governanti abbarbicati sulla colonna della prepotenza, sino a quando uomini e donne ricercheranno un’etica globale di valori universali della condivisione della solidarietà della cultura il tessuto della nostra esistenza renderà quel deserto arido terreno fertile copioso, capace di abbattere il mostro della cieca ignoranza.

    Le parole di don Milani, il maestro degli ultimi, concludono la mia riflessione “ Bisogna che il fine sia onesto. Giusto. Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. E in questo secolo come lei vuole amare se non con la politica o col sindacato o col la scuola? Siamo sovrani. Non è più il tempo delle elemosine, ma delle scelte.”

     luciana

     

  • Di (---.---.---.248) 15 dicembre 2008 09:18

     paura e tensione sociale 

    Fondo Monetario Internazionale
    http://it.wikipedia.org/wiki/Fondo_Monetario_Internazionale
    (International Monetary Fund, di solito abbreviato in FMI in italiano e in IMF in inglese)
    Organizzazione Mondiale del Commercio
    http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_Mondiale_del_Commercio
    World Trade Organization (WTO)
    Il problema mondiale più urgente è sicuramente quello della povertà 
    La crisi delle economie occidentali ...MAH!!!
    Che l’occidente sia in crisi non ve dubbio, un modello di sviluppo lineare e dissipattivo.
    Un modello difficilmente sostenibile per gli occidentali figuriamoci per i paesi in via di sviluppo.
    Un modello che ha in se nel proprio DNA, la GUERRA (in tutte le sue forme, fisiche e mediatiche) come mezzo per sostenere il suo stesso sviluppo.
    La GUERRA è una rapina cruenta di ogni diritto e ogni paese che sostiene o promove una guerra, ha in se la crisi del suo modello sociale ... rapinare un altro stato per sostenere il proprio modello di sviluppo. 
    Nel nome di una fittizia democrazia si distruggono le strutture sociali di un popolo, acquedotti, centrali, scuole, ospedali, luoghi di culto
    Si distruggono il passato, le architettura e il presente, gli uomini.
    Per un nuovo futuro fatto di appalti ai paesi favorevoli alla guerra, dissipazione completa dei beni primari, terrorismi e guerre civili e profughi all’infinito, 
    Uomini e donne senza infanzia, il cui unico ricordo storico è la PAURA.
    Nota:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Struttura_dissipativa
    Per struttura dissipativa (o sistema dissipativo) si intende un sistema termodinamicamente aperto che lavora in uno stato lontano dall’equilibrio termodinamico scambiando con l’ambiente energia, materia e/o entropia
    http://it.youtube.com/watch?v=WmRbXzAwOCs
    http://it.youtube.com/watch?v=rFvsZqz15No

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