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Commento di pv21

su Luigi Di Maio Premier e la Costituzione


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pv21 4 aprile 2018 19:50

Quale mandato >


Mettere al primo punto di un progetto politico la “rinuncia” (taglio) delle prebende da parlamentare è un modo “sagace” di precostituire una sorta di giustificazione “per il giorno dopo”.

In due parole.


SE delle molteplici promesse elettorali si percepiranno solo alcuni effetti circoscritti e SE la ventilata ripresa socio-economica registrerà dei tassi modesti (non all’altezza delle aspettative ingenerate), allora tornerà utile, oltre ad elencare resistenze e ostacoli sopravvenuti, poter sottolineare il senso di responsabilità dell’essersi fatti carico, prima, di spontanei atti individuali di “buona volontà”.


Peccato che gestire la cosa pubblica è dar prova, con i fatti, delle reali qualità possedute: capacità, competenza, equilibrio, ecc. Di più.

Disoccupati ed indigenti, in termini di sostanziali sacrifici e di quotidiane rinunce, possono fornire ben più consistenti testimonianze.


C’è dell’altro.

Analoghe considerazioni valgono per la netta rilevanza data a quel “vincolo di mandato” che sancirebbe una sorta di catena attaccata alla candidatura e, quindi, la piena acquiescenza dell’eletto agli indirizzi maturandi dal corrispondente gruppo parlamentare.

Concetto a dir poco difforme dall’attuale dettato della Costituzione che individua i partiti come “libere” associazioni (art 49) e ogni membro del Parlamento quale “rappresentante” dell’intera Nazione (art 67).  


Ergo. Certi presupposti d’avvio echeggiano meccanismi tipici anche di un Dossier Arroganza


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