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Commento di Carlo

su Camera e Senato: la battaglia dei Presidenti e la disfatta del Cavaliere


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Carlo 26 marzo 2018 16:23

Per continuare a riflettere con tranquillità e senza inutili insulti sull’esito del "Voto del 4 marzo – una felice discontinuità".

Per mio promemoria ci tengo a ricordare che il cittadino italiano con il suo voto 2018 ha voluto punire sonoramente una modalità politica comune a due c.d. leader
 il primo è Matteo Renzi il Segretario dei DS;
 il secondo è il sig. Berlusconi al quale (me lo permetterete) non intendo riconoscere, neppure oggi, i suoi trascorsi incarichi istituzionali, ottenuti legittimamente con il voto popolare, ma finalizzati esclusivamente a proteggere la sua persona ed i suoi molteplici interessi dal "naso" dei magistrati, sino a giungere finanche alla derisione del Parlamento italiano asservito agli scopi e deriso dalla vicenda infima della nipote di Mubarak. Mentre il primo si è apparentemente e momentaneamente defilato dalla scena politica, lasciando dietro di se un gruppo politico fantasma, spaesato ed incredulo, che stenta a riprendere le fila della esistenza, il secondo con la sua protervia e consueta arroganza, attraverso abili manovre preelettorali (coalizione di dx) pretende di dettare ancora le regole della coalizione, mostrando di non aver capito la sonora lezione. I commentatori più autorevoli avevano già sentenziato sulla inconsistenza delle compagini in campo sopratutto su quella capeggiata dallo steward del S.Paolo (B:"hanno un frontman che si chiama Di Maio, un faccino pulito, che ha fallito alle facoltà di Legge e Ingegneria, ha fatto solo un mestiere: lo steward al San Paolo per vedersi gratis le partite del Napoli".) Il Matteo leghista, nelle nomine istituzionali, ha sparigliato, spiazzando l’ingombrante ed ottuso compagno di coalizione, facendogli attorno terra bruciata, mettendo in chiaro quello che nessuna rete nazionale e nessun giornale, ma neppure l’Annunziata con la sua intervista inginocchiata, era stata in grado di fare. La nomina della Presidente del Senato, sia pure affiancata e supportata dalle precedenti considerazioni, certo non mi entusiasma, anzi, ma c’è da esprimere due sostanziosi corollari:
 il più importante è il rispetto della volontà dell’elettore di dx che il Matteo leghista, parlando a nome della coalizione di dx (legittimato dal voto del 37% degli italiani), ha espresso prima con un nominativo sul quale il Movimento si è professato indisponibile al voto perché condannato e poi lo ha successivamente sostituito con Anna Maria Bernini e dopo l’intervento pacificatore della Meloni, il nominativo "Bernini" è stato rimpiazzato con l’attuale Presidente che non ha certo brillato per indipendenza rispetto allo sconfitto dalle elezioni;
 il secondo assunto è che non è possibile con il 32,5%, ottenuto stratosfericamente dal Movimento 5 stelle, pretendere di nominare i Presidenti delle due Camere.

Quale era l’alternativa disponibile?

Quella di tornare nuovamente alle urne per liquidare definitivamente i conti con i due attuali perdenti e tentare di raggiungere il fatidico 40%?

Questa ipotesi, priva dell’esperimento di tutte le possibilità plausibili, sarebbe stata utilizzata dalla propaganda come segno di inconsistenza ed avrebbe fatto presa sull’elettore? Io credo che sia necessario verificare ogni possibilità, sapendo che la politica è l’arte del possibile e che i principi debbono contemperarsi necessariamente con la realtà, senza snaturarsi. La Presidenza della Camera dei Deputati a Roberto Fico è un risultato inimmaginabile per qualsiasi commentatore politico, anche per quello più sottile. E’ del tutto evidente che sia entrata nuova aria nel Parlamento Italiano, i ragazzi dei 5stelle accusati di voler irridere le istituzioni stanno contribuendo a risollevarle dal degrado in cui sono. Carlo


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