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Commento di Fabio Della Pergola

su Trump e l'America fondamentalista


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 22 novembre 2016 02:00

In ogni caso, i dati degli exit poll danno una preferenza dell’elettorato ebraico al 71% per Clinton e al 24% per Trump. In linea con il passato: 80 e 78% ha scelto Clinton nel 1992 e 1996, 79% Gore nel 2000, 76% Kerry nel 2004, 74-78% Obama nel 2008 e 69% ancora Obama quattro anni più tardi. Il massimo di voto ebraico a favore dei repubblicani fu raggiunto da Reagan con il 40% e Romney il 30%. Il minimo da George W. Bush con l’11. Tutto questo per un gruppo etnico che vale meno del 4% dell’elettorato.

Questi sono i dati complessivi. Che la destra filo Netanyahu abbia tifato per Trump è noto, che la maggioranza dell’elettorato abbia votato Clinton è indiscutibile. Sia Trump che Clinton hanno generi di origine ebraica, ma è ormai arcinoto che l’Anti Defamation League ha evidenziato l’antisemitismo di frange consistenti dell’alt-right a cui il sito di Steve Bannon dà visibilità. Al contrario la "lobby sionista" a cui il commentatore allude sempre e ovunque dimostrando una inquietante instabilità interpretativa (l’ultima volta ha tirato in ballo la "lobby sionista" anche a proposito del divieto di burkini sulle spiagge francesi!) si è espressa a favore di Trump.

Tutto questo ha un senso politico e strategico, finalizzato agli interessi di parte dei partiti israeliani, ma difficilmente se ne può dedurre una convergenza della cultura tradizionale e religiosa ebraica verso il nuovo presidente, mentre sono proprio i movimenti culturali a costituire l’interesse essenziale del mio articolo (che il commentatore evidentemente non è riuscito a capire).


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