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Commento di

su Michele Mario Giarrusso (M5S), una voce dal profondo


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8 gennaio 2015 20:05

Condivido in buona parte il suo pensiero, ma vorrei farle notare che parlare "a nome" della gente è diverso che parlare "della" gente. Quando un politico, in un’intervista a un TG, dice "la gente è stanca", sta probabilmente facendo propaganda, ma forse no, non sempre. Quando invece un politico prende una decisione, allora si muove (o dovrebbe muoversi) "a nome" della gente.

Riguardo al fatto che un senatore non possa dire le stesse cose che si sentono dire al bar, lì non mi trova d’accordo: non vedo perché un senatore non dovrebbe parlare in modo normale come fanno tutti. Sempre evitando frasi come "bisognerebbe impiccarlo", perché quelle sono realmente fuori dalla realtà, appartengono al lessico ma non al pensiero reale. Forse, forse, quelle frasi le può dire un fascista, e crederci, se è un fascista vero. Però, nel 99% dei casi uno le dice ma non le pensa veramente.

E non sono neppure d’accordo sul fatto che un uomo delle istituzioni dovrebbe comporre i conflitti invece che acuirli, così, a prescindere. Se il primo ministro fa una cosa che si ritiene sbagliata, è giusto denunciarla, direi. Lo si può fare con frasi più o meno misurate, ma a me piacerebbe che si smettese di dire vittime al posto di morti, audiolesi invece di sordi, "diversamente abili" invece di disabili e spending review invece di revisione.

La gente impiccherebbe Renzi? Io e lei no. Qualcuno forse sì... su 60 milioni... Ma a parte questo, come dicevo prima la parola è pesante e praticamente non viene mai detta credendoci davvero. Piuttosto, da persona civile che parla normalmente, io direi che Renzi è uno stronzo. Questo è buon italiano, non mi viene in mente una parola più appropriata. E non mi scandalizzerei se un politico facesse un’affermazione simile. Mi dispiace, invece, quando un politico pensa una cosa ma ne dice un’altra. Lo fanno continuamente, però.

Il discorso grillino dell’uno vale uno ha poco da spartire con l’interpretare l’idea della gente. Ognuno dice la sua, in modo egoistico, oppure altruista secondo l’idea che s’è fatto a proposito della gente. Perché alla fine, interpretare i desideri della gente lo facciamo (e dobbiamo farlo) tutti, sempre. E la cosa va bene fino a quando non diventa strumentale. Ma qualsiasi cosa, quando è strumentale, è fondamentalmente sbagliata - o per lo meno non etica.

La saluto,
Gottardo


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