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Commento di

su Corradino Mineo ci teneva tutti in ostaggio


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16 giugno 2014 11:29

Ma qui caro @218 , Persio , FDP ecc.. bisogna fare un po’ di chiarezza perché mi sembra che le vostre considerazioni possono essere condivisibili sul piano politico ma hanno nulla a che vedere con la vicenda in questione .

Guarda che le questioni Turigliatto etc etc le hai tirate in ballo tu, credo, a supporto della tua tesi. Forse mi sbaglierò, ma se non è partito da te di certo hai rilanciato il discorso in un tuo commento, al quale ho risposto. Tra parentesi il governo Prodi II non è caduto per un voto, ma a causa della sfiducia di ulteriori politici della maggioranza come Barbato, Mastella (c’era un’inchiesta in corso sulla moglie e non si era sentito tutelato, se non ricordo male), Dini, Fisichella, De gregorio. In altre parole, quote UDEUR, Margherita, Italia dei valori. Ma se ne parla sempre come della sinistra che ricattava il governo.


Quando parlo di principio democratico mi riferisco al processo metodologico che deve portare a formulare una riforma .Buona o brutta poi lo decide il Parlamento e il rischi di incostituzionalità lo decide la Corte Costituzionale e non Mineo ,Chiti o Casson .
Corradino Mineo è membro della Commissione Cultura ,chiamato a sostituire altro in Commissione Riforme . Tecnicamente era espressione della maggioranza in Commissione e come tale era richiesta coerenza con la decisione della maggioranza . Se aveva riserve doveva manifestarle prima e non accettare l’incarico .
Bene ,il suo voto contrario era determinante ad impedire alla maggioranza di formulare la proposta di riforma in Parlamento .

Questo lo ritengo un atto prevaricante il diritto sacrosanto di una maggioranza di poter formulare la propria proposta di riforma , da sottoporre al giudizio del Parlamento ,dopo un lungo confronto tra le diverse posizioni.
Corradino Mineo e gli altri 13 contrari nel PD ,sono liberi di esprimere il proprio dissenso in sede di voto parlamentare .E’ un loro diritto che non viene messo in discussione.
Purtroppo Mineo è caduto nell’antico vizio italico del trasformismo mascherato da questioni culturali o di principio che qui non c’entrano un fico .
Qualunque altra interpretazione della vicenda ,a mio modesto parere , ha soltanto soltanto risvolti strumentali .

P.S. x @ 218 . Che si tratti di minoranza interna di un partito o di minoranza di una coalizione deve sempre valere il principio di coerenza . Se non sei daccordo con la maggioranza te ne vai ,ma alla luce del sole .

ciao

Ma anche no. In Italia vige il divieto di mandato imperativo, perché i parlamentari rappresentano la nazione tutta e non il proprio orticello. Immagino che l’assenza di vincolo di mandato si estenda anche ai membri delle commissioni, in caso contrario vorrei leggere il regolamento interno che invece vincola un membro a dover votare non secondo coscienza, ma in base alle indicazioni del partito.

Del resto ciò che tu asserisci è smentito proprio dalla possibilità che un membro della commissione possa esprimere parere sfavorevole mediante voto. Se fosse tenuto a conformarsi alla "maggioranza" non avrebbe senso il fatto che sia richiesto il suo voto e/o essere ostativo.

In altre parole, il diritto di veto è sancito proprio nel fatto di poterlo esprimere. Se non ci si potesse opporre, come dici tu, non sarebbe necessario metterla ai voti.


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