• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di

su Corradino Mineo ci teneva tutti in ostaggio


Vedi tutti i commenti di questo articolo

16 giugno 2014 09:02

Ciao Paolo, sono il commentatore di prima.

Io non sono sicuro di niente ,credo poco alla buona fede , specie quando si tratta di politica .
Tuttavia un metodo ci deve essere . 
In linea di principio una riforma basata su un accordo con Berlusconi è già di per se fonte di dubbi e di sospetti ; se poi il maggior proponente è Renzi , i dubbi raddoppiano .
Quindi non voglio entrare nel merito se quella della Boschi sia una riforma giusta o meno , lascio il campo ai cultori della materia , a me interessa stabilire un principio :

Il problema è che, come si dice in Italia, fatta la legge trovato l’inganno. Nessun principio può garantire da fregature se chi lo deve applicare non fa altro che cercare cavilli per mandarlo sostanzialmente in vacca. Non esiste legge che tuteli dalla malagestione se chi viene eletto non ha a cuore il bene comune. E i principi diventano pericolosi, in tal senso, perché da strumenti di garanzia diventano lacciuoli per imbavagliare gli altri e facilitare il raggiungimento dei propri scopi. Strumenti utili al malaffare e non alla buona politica. So che non è il senso del tuo intervento, ma proprio per questo vorrei portare la questione su un piano di realtà, cioè analizzare i dati di fatto delle sue situazioni da te riportate.

1) L’accordo Renzi-Berlusconi è partito dai parlamentari PD o è stato di fatto calato dall’alto? Hai ragione quando parli di minoranze politiche che non possono imporre il proprio volere a tutti, ma quale minoranza politica è più minoranza politica di un singolo che pretende di decidere per tutti non avendo i voti per farlo? Perché al di là del risultato elettorale, per fare le leggi in parlamento servono i voti dei parlamentari, non quelli delle europee. E soprattutto certe riforme indigeste erano precedenti alle consultazioni europee, eppure già imposte: se oggi Renzi può giustificarsi (male, a mio avviso) vantando di aver preso il 41% delle preferenze (da solo?), quando ha imposto la riforma di cui parliamo non aveva ancora maturato quel consenso, eppure già imponeva. Al di là dei voti che ha preso, quanti ne ha fatti perdere? Io sono un potenziale elettore del PD, come area politica, anche se non ho mai votato PD perché non mi piacciono certi giochini e derive che sono proprio rappresentate dal Renzi di turno. Per quanto mi riguarda, mr. 41% è uno dei motivi per cui mai voterei questa sinistra (?!). Detto questo, hai ragione Paolo, una minoranza politica non può bloccare gli altri, ma Renzi in parlamento non ha i numeri che vanta con le europee e non può imporre riforme concordate con un altro singolo a tutta l’Italia. In altre parole, il principio pur giusto da te richiesto NELLA PRATICA viene snaturato e diventa solo un modo per dire: "il pallone è mio e se non mi fate avere 6 rigori che non c’erano io me ne vado e non si gioca più". 

2) Vecchie riflessioni su Rifondazione, DS etc etc... vedi, anche qui bisognerebbe entrare nel merito, perché Rifondazione non era una minoranza dell’attuale PD ma un altro partito, un alleato, che doveva rendere conto ai suoi elettori e non al D’Alema di turno, perché si era presentato con un proprio programma elettorale, seppur in una coalizione, diverso da quello di Rutelli, rappresentando altre istanze. Piegare gli eletti di rifondazione a votazioni impopolari per quell’elettorato, in nome del "fate cadere il governo e poi vince Berlusconi" è un modo molto furbo per fagocitare un partito e i suoi votanti. La politica si basa sulla mediazione e se la mediazione ha ragione di esistere all’interno del proprio partito (quel decidere la linea comune di cui parli tu) ancor di più è necessaria quando si deve trattare con alleati, cioè altro.

Per intenderci, io sono favorevole al proporzionale. Trovo giusto che se rappresenti 18 italiani su 100 tu debba avere una rappresentanza parlamentare rapportata a questi numeri, invece di pretendere di imporre robe strane all’intera italia solo perché la tua schiera parlamentare è gonfiata in modo artefatto. 

Il maggioritario era stato venduto come modo per garantire la governabilità e invece non solo ha fallito (perché le leggi non posso obbligare gli uomini a fare ciò che non hanno in animo di fare, se i nostri rappresentanti non hanno senso civico non sarà una riforma ad installarglielo nel cervello) ma ha portato a garantire il governo dei capi-partito sui singoli, specie con l’abominio delle liste bloccate.

Si diceva che il maggioritario avrebbe portato alla fine della logica delle spartizioni, invece ha creato un sistema in cui la torta è solo mia e me la pappo tutta io perché non me lo puoi impedire, non hai i numeri. Ha portato ad un sistema in cui mediare ed esporre critiche è diventata una bestemmia, da gente che rema contro.

Non parlo del principio del maggioritario, sia chiaro, ma dell’appplicazione italiana del maggioritario.

Io trovo assurdo che due persone decidano le riforme costituzionali come fossero gli amministratori delegati di due aziende che stanno concludendo un affare. Se è così che deve funzionare l’Italia, ben vengano i Mineo.

E sono anche contrario al principio del fare ad ogni costo. Piuttosto che una pessima riforma, meglio l’immobilità, si fanno meno danni. Quando si parla di certe cose, proprio perché si ragiona (all’italiana) in termini di principio, sembra sempre che si stia per partorire la riforma del secolo impedita dal cattivone di turno che rema contro, mentre nella gran parte dei casi dovremmo fare altarini di ringraziamento a chi si è opposto, se si entra nel merito delle proposte che si volevano imporre.

Meglio niente di una pessima riforma. La costituzione non è una carta obsoleta di cui liberarsi con fastidio, ma qualcosa da difendere dalle pessime modifiche. E una riforma decisa da due persone è una pessima modifica per definizione, anche senza entrare nel merito.


Vedi la discussione






Palmares