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Commento di Persio Flacco

su Ariel Sharon, la via del pragmatismo


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Persio Flacco 15 gennaio 2014 16:59

<< "Lei sa che Israele ha fatto da levatrice ad Hamas in funzione anti-Fatah? "
Strano vero ? Dividere i propri avversari è una politica piuttosto vecchia, risale ai Romani. Come mai ci sono caduti come degli allocchi ? >>

Non so se i romani avrebbero creato una fazione integralista islamica in un contesto che vede una mezza miliardata di islamici tutto intorno come ha fatto Israele. Lo avrebbero fatto probabilmente solo se avessero avuto l’intenzione di scontrarsi col mezzo miliardo di islamici più che per dividere il nemico.
Ecco, cerchi di immaginare che mentalità e che scopi possono avere quelli che hanno fatto questa scelta. Le sarebbe utile.

<< Se Israele si fosse opposto lei oggi sarebbe lì ad accusare Israele di essersi opposto. >>
Probabile, ma in tal caso sarebbe stato coerente. Invece, con quello che ha fatto, non solo si è opposto ma ha anche umiliato la democrazia.

<< "Ma proprio questo era il maggiore pericolo per la cupola "sionista": che Hamas si mostrasse come movimento responsabile benché deciso a difendere gli interessi dei palestinesi. Lei non ha idea di quanto sia utile avere un nemico sostanzialmente innocuo ma che buca lo schermo con azioni eclatanti."

Le azioni eclatanti fino a quel momento erano stati gli attentati suicidi sugli autobus, nelle discoteche e nei bar israeliani. Da quel momento in poi bisognava invece credere, curiosamente, a una Hamas innocua, moderata e aperta alla trattativa. Non è così sostenibile. In ogni caso il maggior pericolo era che Hamas si mostrasse responsabile... pericolo scampato si direbbe.>>

Sicuramente: pericolo scampato. Riguardo alla possibilità che un terrorista possa fare una scelta diversa le tratteggio le azioni più eclatanti di un famoso personaggio. Vediamo se indovina chi è e cosa è diventato poi.

Alla testa di un commando attacca un garage inglese e uccide tutto il personale che vi lavora; guida un gruppo che fa saltare in aria un hotel causando 97 morti, in gran parte persone ricoverate nell’ospedale che aveva sede nell’edificio; uccide personalmente due ufficiali britannici in un circolo militare; uccide un passante con una bomba; lancia una bomba contro un ospedale della Croce Rossa Internazionale di Gerusalemme; rapisce due sottufficiali inglesi, li tortura, li impicca, lega ai due cadaveri una bomba destinata ai soccorritori; rapina una succursale di banca uccidendo quattro agenti di servizio; guida un gruppo armato in un’azione contro un ospedale inglese di Gerusalemme uccidendo nei loro letti tre militari ricoverati; dirige la rappresaglia contro un villaggio arabo sterminandone i 254 abitanti.

Ha indovinato chi è il personaggio? Perché invece pensa che chi fa parte di Hamas sia irredimibile?

<< "Quanto alla responsabilità della popolazione palestinese per la scelta di Hamas lei prefigura un principio abbastanza indecente (e mi limito nell’aggettivazione): che tutta una popolazione sia da ritenere responsabile degli atti di chi la guida."

La popolazione che vota è responsabile di aver dato il potere al partito per cui ha votato, non dei suoi atti. Ma se il partito per cui vota è esplicitamente a favore e notoriamente attivo nella pratica terroristica degli attentati contro i civili, qualche responsabilità ce l’hanno anche i suoi elettori. O no? Forse che gli italiani sono innocenti per aver avuto il Ventennio fascista ? O i tedeschi di aver votato Hitler ? >>

Le risulta che italiani e tedeschi dopo la guerra siano stati sigillati nei loro confini a campare di stenti?

<< "Oggettivamente non hanno avuto grandi possibilità di scelta. Tuttavia concordo sul fatto che la dirigenza palestinese avrebbe potuto mostrarsi più sagace e lungimirante."
Se non hanno avuto possibilità di scelta è perché le scelte – che ancora esistevano negli anni ’20 – sono state via via eliminate; omicidi compresi. Più “sagace e illuminante” è definizione leziosamente stitica; del tutto inadatta a definire la demenziale ottusità, protervia e arroganza dei dirigenti palestinesi che si riflette in pieno nella carta fondativa di Hamas, il partito “moderato” che lei apprezza tanto. >>

Non apprezzo affatto Hamas, né ho particolari legami affettivi con palestinesi e arabi in generale. Quello che mi interessa è il rispetto dei diritti umani, perché è una conquista che va difesa, e che si arrivi alla fine del conflitto.

Sorvolo sul resto.

<< In ogni caso, caro Persio, questi dibattiti stanno diventando un po’ troppo ripetitivi. Non sono né interessanti né utili. >>

Si, lo so che non le fa piacere essere contraddetto ma, d’altra parte, pubblica su un sito nel quale si possono commentare gli articoli. Del resto la mia intenzione non è di farle cambiare idea: so perfettamente che è impossibile, che continuerà a non voler vedere certi aspetti della realtà. Se la commento è per i lettori. Non se la prenda per questo.


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