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Commento di Fabio Della Pergola

su Ariel Sharon, la via del pragmatismo


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 14 gennaio 2014 00:16

Naturalmente non avevo alcun dubbio che non si sarebbe fatto sfuggire l’occasione.

Ma basta leggere Wikipedia per sapere che Hamas “nel periodo che va dal 2000 al 2005, ha effettuato svariati attentati suicidi contro l’esercito israeliano e contro la popolazione civile dello Stato ebraico, che hanno provocato centinaia di vittime civili e militari“. Si tratta quindi manifestamente di un nemico, comunque si vogliano interpretare le sue ragioni, dello stato di Israele.

E’ ovvio che al tempo delle elezioni del 2006 la popolazione palestinese sapeva chi era Hamas ormai da anni e per chi votava scegliendo Hamas. Che oggi ci si stupisca della reazione di Israele, in particolare dopo la presa di Gaza nel 2007, è curioso.

Alla fine lei non fa altro che mettere in luce l’assoluta demenza delle élite palestinesi che, fin dagli anni ’30, hanno condotto la loro popolazione in un dramma suicidale senza fine. Ne abbiamo parlato già altre volte; inutile continuare a ripetere le stesse cose.

Lei deduce che Sharon voleva dimostrare, e ci sarebbe riuscito, che non si può cedere la terra ai palestinesi. Pur di non ammettere le responsabilità palestinesi lei farebbe di tutto, fino (e oltre) il limite del grottesco.

“Lo scopo desiderato dalla cupola "sionista" è ottenuto: è "dimostrato" che concedere terra in cambio di pace non funziona, è pericoloso, mette in pericolo Israele e allontana la pace”.

Che gli obiettivi di Sharon fossero questi non solo è indimostrabile, naturalmente, ma appare come un suo faticoso sforzo mentale, che vorrebbe insinuare che ritirando esercito e, forzatamente, i coloni dalla Striscia di Gaza Sharon avrebbe previsto che questo, anziché dare modo ai palestinesi di iniziare a costruire uno stato libero di Palestina dal territorio libero di Gaza, avrebbe provocato quello che ha provocato.

Partire dagli esiti finali per ricostruire la volontà latente dell’inizio, in modo che sia a tornaconto delle proprie tesi, è un modo curioso di procedere. Un po’ antistorico, magari.

Ma anche ammesso che i risultati finali corrispondano ai desiderata della “cupola sionista” (ma non potrebbe usare un linguaggio un po’ meno da “volantino proletario” ?), questo dimostrerebbe ancor di più l’idiozia politica della dirigenza palestinese, casomai. Non gliel’ha ordinato nessuno di obbedire ai latenti desideri di Sharon.

Sono incapaci di pensare o il problema è che la loro identità politica andrebbe in pezzi se dovessero accettare la trattativa e che quindi non se la possono proprio permettere ?

E’ ovvio, alla portata di qualsiasi mente pensante, che una lotta non violenta in stile Mandela, avrebbe portato a ben altri risultati, già decenni fa; ma oggi forse è troppo tardi anche per quella.

In conclusione Israele ha perso, dice lei. Può darsi. Ma se Israele ha perso che dire, sinceramente, dei palestinesi ? 

P.S. quanto ai soldati "sionisti" della Rete, la prego, non sia ridicolo. Sembra uno di quei brigatisti delle fiction.


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