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Commento di Fabio Della Pergola

su Il Fanghetto Quotidiano


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 6 gennaio 2014 16:17

Caro Andrea,

legga meglio.

Mi spiego. In tutto questo mio articolo (così come anche nel precedente http://www.agoravox.it/Quando-a-sin... e nel successivo http://www.agoravox.it/L-importante...) e così anche in qualcuna delle risposte ai commenti più sensati (vedi sopra) ho distinto con chiarezza l’articolo di Lillo dal titolo (probabilmente non suo) che gettava un’ombra non di Lavitola, ma di infamia sull’Unità. Ho scritto nella risposta al lettore Fabio mio omonimo “Ci tengo ad aggiungere che di Lillo non ho detto niente, perché non ho ravvisato nel suo articolo niente di infamante, oltre la notizia in sé (sbagliata nei numeri, ma corretta nell’informazione). La diffamazione stava tutto nel titolo. E spesso i titoli non sono degli articolisti ma di altri e approvati dalla direzione”.

Per lei tutto questo non conta, non lo prende in considerazione e va a sparare a zero (lei sì) sul fatto che “noi” (cioè io) spariamo a zero da sinistra (e perché non dovrei ? e perché non lo sarei ? e chi decide se io sono di sinistra o no ?) sul FQ (ma l’ho fatto anche sull’Unità e più di una volta), ma non smentiremmo mai nulla. Smentire nei fatti, casomai, spetta all’Unità, al suo Direttore e al suo Editore, non a me.

Io mi limito ad evidenziare che, a parte un po’ di numeri sballati (ma non è questo che importa), il titolo è tipico del metodo Boffo. E si basa sul fatto che la gente legge perlopiù i titoli e poco altro. Con questa brava operazione (sulla quale lei non dice nulla e della quale lei non sembra nemmeno essersi accorto visto che il titolo nemmeno lo cita) si getta il discredito più pesante sul quotidiano.

Ma la questione non sembra essere indirizzata solo sul quotidiano (non sul PD di cui a me personalmente interessa poco e che, nella sua nuova versione renziana ritengo un partito poco meno che neo-democristiano), quanto sulla nuova gestione derivante dall’ingresso di Fago nell’azionariato. Per i motivi che ho espresso nell’articolo e più dettagliatamente ancora nell’ultimo della serie.

Lei a tutto questo - che è il punto centrale dei miei articoli - risponde con un chissenefrega che io mi sento legittimato a renderle esattamente negli stessi termini. Lei non sa leggere il contenuto di un articolo, ci vede solo quello che ci vuole vedere (ma che non c’è: ad esempio un imprimatur al PD) e poi fa la sua spapocchiata di commento.

Naturalmente concordo invece con la sua parte finale: se la nuova proprietà darà vita a un nuovo corso del quotidiano lei sarà il secondo a felicitarsene, perché il primo sarò io. Ma, sembra strano doverlo ricordare, tutto il mio articolo verte esattamente sull’aggressione del Fatto al nuovo corso dell’Unità per, è la mia ipotesi, sgambettarlo (come ho titolato il terzo articolo dedicato alla questione).

Poi l’aggressore divento io se ritengo di reagire.

Le "invettive spocchiose" sono invece dati di fatto: che ai tempi di Padellaro l’Unità vendesse più di adesso è noto, ma non è affatto vero che frenò l’emorragia di lettori che erano già diminuiti di oltre 10mila nell’arco della direzione Colombo e passarono dai 61mila all’inizio della direzione Padellaro ai 48mila alla fine, per poi risalire un po’ il primo anno della Concita De Gregorio e poi iniziare la scivolata verso il basso arrivando a quota 20mila con Sardo.

Va ricordato che ai tempi di Padellaro i contributi pubblici erano di 6,5 milioni di euro, contro i 3,5 attuali.

Quindi la sua invettiva sulla manipolazione dei fatti la rivolga prima a se stesso, perché i dati (che sono fatti) che lei scrive sono falsi.

Spero che la questione sia chiarita. In ogni caso sa dove trovarmi. Saluti.


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