Il problema di fondo è prima etico e poi di cultura giuridica .In Italia se vieni condannato in 1° grado sei innocente fino a prova contaria (ossia fino al termine dei due passi successivi per arrivare a sentenza definitiva ,ossia alle calende greche se non addirittura in prescrizione come nei casi di chi sappiamo).Nei casi di ricorsi poi quasi sempre , a prescindere dalla conferma della sentenza di colpevolezza ,assistiamo a riduzioni della pena a volte sconcertanti .
Nei paesi più civili se vieni condannato in 1° grado sei colpevole fino a prova contraria (quindi a meno di assoluzione nel caso di ricorso) .Se poi ricorri e ti viene confermata la condanna ,generalmente ti affibbiano un aggravio di pena.
Come dire che nel paese alla rovescia (leggi Italia) basterebbe adottare questi stessi principi e tutto si risoverebbe da solo .
Ma è del tutto evidente che la nostra classe politica malavitosa non ha alcun interesse ad adottare criteri di questo genere e sono pure riusciti ,grazie a media cointeressati che fanno da sponda , a convincere gli italiani che il nostro "ipergarantismo " è una perla giuridica e di democrazia . Cioè ,per dirla in altri termini , ne andiamo pure fieri .