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2 ottobre 2012 19:51

Pretattica >

L’Agenda Monti ricorre spesso come termine di confronto per le future scelte politiche. In quale prospettiva?

Stando ai calcoli dei suoi “tecnici” con le riforme per la crescita varate da Monti rivedremo il Pil ante crisi (2008) solo a partire dal 2023.
La Corte dei Conti, in tema di Def, avverte che il “rigore di bilancio”, senza una adeguata crescita dell’economia, non basta a tenere in equilibrio i conti pubblici.
I funzionari Fmi, chiamati a valutare, hanno concluso che agire sulla tassazione indiretta (Iva) ha scarsa “efficacia” a fronte dell’incapacità di ridurre l’attuale tasso di evasione fiscale. A riprova il “fondo taglia-tasse”, istituito ad agosto, potrà produrre eventuali effetti non prima del 2014.
E ancora.
Dopo mesi di “perentori” annunci dell’esecutivo solo a seguito dell’intervento di magistrati (casi Fiorito, Lusi, …) stanno cominciando a vacillare le resistenze di partiti e organi elettivi a norme di contenimento dei costi, di trasparenza contabile e di lotta alla corruzione.

Sintesi. Ad oggi due sono i connotati della suddetta ’Agenda”.
Per Monti cosa serve fare “lo chiede l’Europa”.
Per il resto, senza il sostegno “precostituito” di una maggioranza “preponderante”, il governo ha capacità di iniziativa quasi irrilevanti.
Ergo.
Più che di merito o di metodo si dovrebbe parlare di pretattica.
Di un modo per motivare la sussistenza di una formula funzionale solo all’attesa di tempi migliori.
Nel paese del Barbiere e il Lupo non mancano soluzioni altrettanto singolari …


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