• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di

su Le circostanze ripetibili: narrazione di una vittoria contro il racket


Vedi tutti i commenti di questo articolo

4 settembre 2012 12:14

1. Per quanto riguarda l’identificazione, evidentemente nell’articolo sono stato poco chiaro e me ne dispiaccio; comunque il mio pensiero è quello specificato nella mia prima risposta.

2. In merito a questo punto, vorrei chiarire che ho volutamente evitato il termine "antistato" proprio perché concordo con Lei che esso implichi una mancata comprensione del fenomeno, ma ho utilizzato il termine "contro-istituzione" per identificare un aggregato (la camorra) che, in termini sociologici, opera come un’istituzione ma contrasta con quelle che dovrebbero essere le finalità delle istituzioni democratiche e statali.

3. Io non sono del tutto d’accordo proprio sul concetto di autonomia del ceto politico: il politico davvero "autonomo" è quello che riesce ad operare in modo aderente alle finalità del suo mandato e del suo ruolo di rappresentante dei cittadini; troppo spesso i politici sono, invece, strumento di interessi economici, lobbistici ed anche criminali.
Al di là di questa digressione (con la quale non pretendo di interpretare il pensiero del dott. Morosini, sia chiaro), trovo un po’ semplicistico il ridurre le responsabilità del fenomeno criminale alla sola classe politica, trascurando gli aspetti socio/culturali; detto ciò, concordo appieno sulla necessità di una lotta alla corruzione seria e su larga scala, e, ci aggiungerei, che contrasti anche il fenomeno del voto di scambio e le pressioni dei grandi gruppi economici.

Lorenzo


Vedi la discussione






Palmares