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Commento di

su Foibe: quale storia insegnare a scuola?


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16 febbraio 2012 13:41

Non finirà mai

Alle ore 13 del 9 febbraio è stata apposta sull’edificio del “Gambero” nella città vecchia la targa per commemorare le vittime delle foibe cui il comune ha intitolato il piazzale antistante.

La mattina successiva sul muro sottostante la targa campeggiava la scritta “ infoibare un fascista non è reato”.

 Una scritta che mi ha ricordato la mia fanciullezza in Istria in quel tragico periodo e mi ha fatto amaramente  esclamare”Non finirà mai!”

Oggi. 13 febbraio mi è stato comunicato da amici che la targa è stata fatta a pezzi.

Non voglio commentare né la stupidità della frase né la menzogna storica, ma il fenomeno che manifesta. La ricerca della violenza per la violenza.

La storia ha ampiamente dimostrato che l’assioma profugo giuliano/fascista è profondamente errato e non è il caso di spendere parole inutili su questo. Non è neanche necessario spendere parole su menti in cui mulinano confuse e disordinate frattaglie che la storia ha da molto tempo archiviato. Una cosa è certa. Sono capaci di uccidere.

Poiché per la mia sanità mentale devo razionalizzare il mondo che mi circonda, ho cercato di individuare colui che, senza conoscermi, si dichiara mio nemico e mi reputa degno di una terribile morte.

E’ storia recente (gli anni di piombo) in cui farneticazioni pseudo politiche hanno provocato i lutti che tutti ricordiamo. Quella storia ha un portato politico (mutevole nei nomi ma solido nella sostanza) ed un substrato su cui poggiano i centri sociali. 
Centri sociali molto presenti nella cronaca nera e totalmente assenti in quella culturale.

La deliberazione comunale che intitolava il piazzale alle vittime giuliane ha avuto, per quanto mi è stato detto, un solo consigliere contrario. Un consigliere appartenente a quell’area politica che ha collaborato largamente al nostro massacro e ci ha reso, una volta in Italia, la vita difficile per molti anni.

Anche il nostro sindaco appartiene a quell’area ed io l’ho votato per quell’onestà personale largamente riconosciutagli e in forza della quale mi aspetto una risposta alla domanda: “ come mai in due anni trascorsi dalla delibera il Comune non ha trovato un centinaio di euro per apporre una targa per le vittime istriane, ma ha trovato 3.000.000 (tremilioni) di euro per diversi centri sociali ai tamburi?”

Non mi aspetto che gli autori della scritta cambino idea. Il loro desiderio di morte vivrà finche vivremo noi. Quando, secondo legge di natura, anche l’ultimo di noi si sarà congedato, la loro violenza(senza la quale non esisterebbero) troverà necessariamente altre vittime. Le motivazioni saranno trovate sul momento e su misura.

 Non finirà mai!

  Un profugo istriano


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